A San Donà già 70 furti sventati «Vi spiego perchè funziona»

A San Donà già 70 furti sventati «Vi spiego perchè funziona»
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TREVISO - (P. Cal.) Il progetto funziona. Antonella Chiavallin, presidente dell'associazione Controllo di vicinato, e referente per Padova, Venezia e adesso Treviso, lo dice con grande convinzione. Funziona perché da un lato ricuce rapporti sociali dati per perduti e dall'altro perché crea una rete capillare di vigilanza sul territorio. E snocciola anche qualche dato: «Da quando questo servizio è entrato in funzione a San Donà (meno di un anno ndr) - dice - sono stati sventati settanta furti. A Mestre, solo un paio di giorni fa, ne sono stati neutralizzati tre. E un sistema che funziona. E il quanto accaduto Treviso mi piace particolarmente. Qui l'impulso è partito dalle istituzioni che hanno deciso di lavorare tutte assieme. Negli altri casi a partire sono stati i cittadini che poi si sono rivolti alle autorità. Per questo sono convinta che quello di Treviso è un caso unico e da studiare». La Chiavallin ha ormai una lunga esperienza. Nel veneziano la collaborazione tra cittadini e forze di polizia dura da più tempo. Certi meccanismi sono consolidati, soprattutto quando si tratta di individuare potenziali pericoli: «Ogni componente di questo progetto, cittadini, referenti e forze dell'ordine ha un compito ben preciso. Cittadini e referenti si devono limitare a osservare e riferire. Poi sta sempre alle forze di polizia decidere come e se intervenire. E nessuno deve interferire sul loro lavoro. Fondamentale è organizzarsi a gruppi e avere un referente. In questo modo si crea una catena formata da gente che nota quello che succede ed è capace di cogliere anche le sfumature». Gli esempi sono tanti. La presidente ne cita alcuni, validi soprattutto per i quartieri e le zone residenziali dove la tensione, per via dei continui furti in casa, è sempre più alta: «Il meccanismo è molto semplice. In una via si nota subito compare qualche personaggio mai visto prima. Può capitare di vederlo due o tre volte. Le persone si parlano, si scambiano le impressioni e poi, se la cosa risulta strana, il referente si mette in contatto con le forze dell'ordine. Saranno loro a fare le verifiche. Il controllo funziona così e riporta in vita tutti quei rapporti sociali che, in tempi dove ognuno bada solo alle proprie cose, sembravano persi. Ma con questo è capitato di sventare furti. Una volta una persona ha sentito un rumore e visto qualcuno entrare in una casa. Un rapido giro di telefonate e dieci persone sono uscite a vedere. Tanto movimento è bastato a mettere in fuga i malintenzionati, poi presi da carabinieri».
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Il Gazzettino