PORTO TOLLE - Ha aggredito un ragazzino, il “rivale” del figlio, mettendogli le mani al collo alla fine di una partita di calcio della quale tutti i coinvolti erano...
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IL FATTO
Entrambi i ragazzini erano allo stadio con le rispettive società per tifare le proprie squadre maggiori, impegnate a contendersi un importante titolo stagionale: i sostenitori del Porto Tolle 2010 nella parte destra della tribuna, mentre quelli dell’Arianese si trovavano a sinistra. A raccontare quanto accaduto è il padre del ragazzino arianese, che ha dato la sua versione dei fatti il giorno dopo, una volta sporta querela nella stazione dei Carabinieri di Adria. «La partita si è svolta tra i soliti cori sberleffo tra entrambe le tifoserie - racconta il genitore del minorenne - ma senza tensioni particolari. Alle 22.50, dopo le premiazioni, mio figlio con alcuni amici si era spostato dalla nostra zona per andare a salutare un suo compagno di classe che era dall’altra parte della tribuna». Qui succede il fattaccio. In base a quanto raccontato, il quindicenne arianese avrebbe avuto uno scambio di sguardi torvi e battute con l’altro adolescente che milita nel Porto Tolle 2010. I giocatori dei vivai delle due società da tempo intrattengono dialoghi accesi via social, anche se in base a quanto testimoniato dal genitore della vittima, quest’ultimo non avrebbe mai avuto da dire nulla direttamente con l’altro ragazzo.
LA DENUNCIA
In base alla denuncia, la prima ad attaccare il quindicenne è stata la madre: «Lei veniva trattenuta da qualcuno - continua il padre del ragazzo aggredito - mentre il marito ha poi raggiunto mio figlio prendendolo al collo con la mano destra, stringendolo con forza, fino a quando non è intervenuta una persona in suo aiuto». Il genitore della vittima prosegue ancora nel racconto che diventa quasi surreale: «Mentre mio figlio tentava di allontanarsi, è stato raggiunto una seconda volta dalla mamma dell’altro ragazzo che gli urlava contro: “Ho visto che hai insultato mio figlio, bravo, ho visto che lo hai minacciato”, e nel mentre si è avvicinato anche il papà che lo colpito con uno schiaffo sulla nuca, il tutto tra i cori di altri ragazzi del Porto Tolle che lo sbeffeggiavano. Una volta sentita la versione di mio figlio e averlo portato in sicurezza fuori dallo stadio insieme ad alcuni amici dell’Arianese, sono tornato dentro per chiedere spiegazioni riguardo questa aggressione. Mi sono confrontato con la moglie dell’uomo e mi ha detto di dover parlare con lei e non con il marito che era sparito, giustificando il tutto col fatto che mio figlio aveva offeso il suo e per questo era intervenuta, ma non ha motivato l’aggressione fisica compiuta dall’uomo». Sentito sull’accaduto il presidente del Porto Tolle 2010, Piero Carnacina, non ha aggiunto particolari: «Mi dispiace per quanto successo, non ho visto come siano andate le cose, ma sono fatti che non devono accadere». Riguardo al ruolo che l’aggressore avrebbe all’interno della società sportiva dell’estremo Delta, il presidente ci tiene a sottolineare che «non è un nostro dirigente, si tratta del genitore di un ragazzino che gioca nella nostra squadra».
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Il Gazzettino