Zimbabwe, uccisi padre e figlio Si salva un veterinario padovano

Massimiliano (al centro), il padre Claudio Chiarelli e un amico (primo a sinistra)
PADOVA - Claudio e Massimiliano Chiarelli erano impegnati in una attività di supporto anti bracconaggio al personale della riserva 'Mana Pools', nel nord dello...

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PADOVA - Claudio e Massimiliano Chiarelli erano impegnati in una attività di supporto anti bracconaggio al personale della riserva 'Mana Pools', nel nord dello Zimbabwe, quando ieri pomeriggio sono stati uccisi pare da alcuni colpi di fucile esplosi accidentalmente da un ranger che li avrebbe scambiati per cacciatori di frodo.

Le indagini su quello che al momento appare come un tragico incidente sono comunque in corso e una prima relazione, secondo quanto si apprende da fonti locali, dovrebbe essere pronta domani.
Claudio Chiarelli, 65 anni, cacciatore professionista e impegnato da tempo nel programma di volontariato in aiuto del National Park locale, era nato in Libia e si era trasferito nello Zimbabwe agli inizi degli anni '79, dopo un periodo trascorso in Toscana, assieme alla moglie padovana Giuliana Sartori, 60 anni.
Il figlio Massimiliano era nato nel Paese africano. Molto conosciuto e apprezzato per la sua attività, anche nel campo dell'anti bracconaggio, è descritto come una persona di grande correttezza e la sua casa ad Harare, la capitale del Zimbabwe, fin da ieri sera è stata meta di un continuo pellegrinaggio di amici e conoscenti. La tragedia è avvenuta attorno alle 16 di ieri. Con loro c'era un altro padovano, il veterinario padovano Francesco Marconati: cacciatore anche lui aveva conosciuto Chiarelli e dal 2000 si era trasferito in Zimbabwe: al momento dell'incidente sarebbe stato in loro compagnia ma è scampato agli spari del ranger.
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Il Gazzettino