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VENEZIA - Fortuna che dicono tutti di volerla, la commissione speciale d'inchiesta sulla gestione del Covid in Veneto. Se così non fosse, non osiamo immaginare quale sarebbe il livello della tensione in Consiglio regionale, visto che già adesso centrosinistra e centrodestra non sono d'accordo praticamente su niente. Ieri in sede di Affari istituzionali sono state presentate la proposta dell'opposizione e la controproposta della maggioranza, distinte e distanti sui compiti dell'organismo, sulla pubblicità dei lavori, sugli interlocutori da ascoltare e sulla collaborazione con l'autorità giudiziaria, tanto che i dem denunciano «un'operazione annacquamento» e gli zaian-leghisti lamentano «uno strano balletto».
LE DIVERGENZE
Le scintille volate nell'aula di Ferro Fini devono essere state tante e tali che perfino il comunicato diramato dall'istituzione ha parlato apertamente di «scontro in commissione». Del resto, le minoranze chiedono di concentrarsi sull'impennata di contagi e di decessi che si è verificata tra ottobre e marzo, mentre la maggioranza esige di indagare sull'intera durata della pandemia. Ancora, il centrosinistra ricorda che il regolamento prevede la riservatezza sulle sedute, invece il centrodestra vorrebbe addirittura la diretta streaming. Divergono pure le aspettative sugli esperti da convocare: i rappresentanti di istituzioni e organizzazioni per gli uni, anche i virologi e i tecnici incaricati dalla Regione per gli altri. Infine non c'è unità d'intenti nemmeno sull'ipotesi di un raccordo fra la commissione e la magistratura. I due testi saranno messi ai voti mercoledì prossimo.
I DEM
Già, due: non solo l'originaria proposta dell'opposizione, a cui spetterà comunque la presidenza, ma anche la successiva controproposta della maggioranza, che avrà 6 consiglieri su 11, fra i quali il vicepresidente e il segretario.
IL DIBATTITO
Il resoconto del Palazzo annota che il portavoce delle minoranze Arturo Lorenzoni rimarca, con Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo), «la natura di studio e approfondimento della commissione». Sull'altro fronte, Marzio Favero, Enrico Corsi e Laura Cestari (Lega), Tomas Piccinini (Veneta Autonomia) e Raffaele Speranzon (Fratelli d'Italia) contestano la natura «politica e pregiudizievole» della richiesta delle opposizioni.
GLI ZAIAN-LEGHISTI
Alberto Villanova, speaker degli zaian-leghisti, rincara: «Chiedono una commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia, ma non la vogliono su tutto il periodo della pandemia. Dicono di voler informare i veneti, ma si offendono se proponiamo di rendere pubblica la seduta. Questo denota una chiara agitazione e difficoltà». Il collega Luciano Sandonà, presidente della prima commissione in cui è incardinato il procedimento, si allarga: «Chiameremo a testimoniare i più autorevoli scienziati italiani e non è escluso che chiederemo l'intervento anche degli studiosi inglesi delle università di Harvard, Oxford e Liverpool». Basta così? No, c'è pure +Europa Veneto, che con Anna Lisa Nalin e Corrardo Cortese auspica possano far parte della commissione «anche i partiti che non sono presenti in Consiglio», nonché «le associazioni, le parti sociali ed i cittadini». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino