Presidente del Veneto, Luca Zaia, com'è andato l'incontro tra il premier Paolo Gentiloni e le Regioni? ...
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«C'è la disponibilità ad aprire un tavolo tecnico-politico. Che dire? Un tavolo non si nega a nessuno, speriamo solo che non si stia lì a scaldare le poltrone. Sono stato ministro, ho visto come si lavora in quei tavoli: meno spazio ai burocrati, meno spazio agli azzeccagarbugli e cercare di battere i pugni quando serve. Abbiamo capito che ci sono 27 Europe e ognuno a casa sua fa come vuole».
Teme altri tagli?
«I tagli sono già paurosi. Quest'anno in Veneto dobbiamo fare a meno di 422 milioni nel comparto della sanità e 44 milioni in meno tra trasporti pubblici e sociale. Annuncio fin d'ora che i cittadini saranno puntualmente informati di quanto avviene: io so che dal 2011 ad oggi abbiamo avuto da Roma un miliardo e 62 milioni di tagli e che in questi sette anni, senza applicare tasse, ho garantito gli stessi servizi».
C'è stata l'austerity, i tagli non erano necessari?
«Le scelte di austerity hanno prodotto zero. Ci sono due dati su cui riflettere. Il primo è che sulla più grande opera pubblica in Italia, il più grande cantiere aperto, il Veneto è stato lasciato solo: mi riferisco alla Pedemontana, dove il governo non ha rinnovato il regime commissariale e se ne è uscito di scena. Qualcuno l'ha più visto? Siamo stati letteralmente abbandonati»...
Il Gazzettino