ROVIGO - Per contrastare il diffondersi del virus del Nilo, le farmacie del Polesine, con l'azienda Ulss 5 e la Conferenza dei sindaci, hanno deciso di applicare uno sconto...
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NESSUNA ANSIAA Rovigo c'è sana preoccupazione, cioè senza ansia, tra alcune persone sentite ieri mattina in piazza Vittorio Emanuele II. Tra loro Ilenia Manfrin: si è laureata in Medicina il mese scorso, è in attesa di iniziare il percorso di specializzazione, e aiuta la famiglia nel banco di fiori e piante che ogni giovedì al mercato settimanale sta di fronte alla loggia di Palazzo Nodari. «Non abbiamo ricevuto richieste particolari dai clienti, su cosa fare con raccolte d'acqua o sottovasi che le autorità sensibilizzano a non lasciare in giardino o in terrazzo. Abitiamo vicino a Cavarzere e da poco c'è stato un nuovo caso di contagio, di una persona anziana (mercoledì, ed è stato il terzo caso locale di febbre del Nilo, ndr). Però - continua - è un virus che solo in circa l'1 per cento dei casi può evolversi in forma neuroinvasiva e diventare, potenzialmente, una malattia mortale, mentre nell'80 per cento dei casi è asintomatico. Le notizie sul susseguirsi di casi certo fanno sentire più vulnerabili, ma non avvertiamo particolari pericoli», conclude Ilenia.
Simone Boniolo, invece, vive a Concadirame con la moglie Arianna e la figlia Sara, e commenta: «Ne sento spesso parlare, ma non c'è preoccupazione. In casa abbiamo sempre avuto le zanzariere e cerchiamo di aprire il meno possibile porte e finestre in orario serale e notturno, anche per la bambina. E quando usciamo di casa, applichiamo alla pelle i repellenti antizanzara». Cinzia Malin invece dice: «Confido che le autorità prendano i provvedimenti necessari visto l'allargarsi della diffusione».
PICCO DI CONTAGIL'emergenza ha di solito il picco tra agosto e settembre, e dai 19 casi in Veneto al 31 luglio si è passati a 105 al 21 agosto. I 24 finora in Polesine, 16 con forme febbrili e 8 neuroinvasive, fanno da contraltare ai 6 casi del 2016, di cui 4 nella più leggera forma febbrile. Come si affronta l'emergenza West Nile? «Con zanzariere e dispositivi antizanzare in casa, zampironi e citronella fuori, e poi con i repellenti, se si va a qualche spettacolo estivo, come il cinema all'aperto alle Due Torri», risponde Malin osservandone con ironia la mancata apertura.
«Io evito di tenere acqua stagnante nei sottovasi e resto lontana dalle aree verdi», risponde Francesca Zagato del negozio Villani. «Quando si deve dar da bere alle piante - scherza Vania Benetti della profumeria Mariuccia - purtroppo non c'è modo di usare le zanzariere, e una volta fatto si svuotano sottovasi e annaffiatoio. Però - aggiunge - sono già 4 anni che non vedo passare autobotti per la disinfestazione. Alcuni vicini di casa vanno in farmacia a comprare le compresse da mettere nei tombini, ma è una forma di autotutela e a spese proprie». Flavia Manfrin, dal negozio di ottica in via Angeli, commenta così la situazione: «Un minimo di sana preoccupazione ce l'ho, ma senza ansia. Ho preso lo spruzzino per allontanare le zanzare, ma è ovvio che bisogna ragionare in termini di prevenzione personale, oltre che pubblica. Negli anni - conclude - siamo diventati ipertecnologici, con le case riscaldate d'inverno e raffrescate d'estate, ma non siamo preparati ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Si diffondono insetti non autoctoni che non hanno antagonisti: chi pensa, ad esempio, a rondini e pipistrelli? Dove sono finiti?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino