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TREVISO - Un nuovo caso di vaiolo delle scimmie: salgono a sei i contagi registrati nella Marca. Mentre il West Nile, il virus portato dalle zanzare comuni, non molla la presa: su 9 casi segnalati, cinque persone hanno sviluppato una malattia neuro-invasiva. E due di loro, un 73enne di Ponzano e un 87enne di Salgareda, purtroppo non ce l'hanno fatta. È un'estate complicata per le infezioni. Anche a causa del proliferare delle zanzare. Difficilmente fanno troppa paura. Ma in realtà sono in grado di diffondere virus come pochi altri vettori. Fino a oggi nella Marca sono stati individuati 21 casi di malattie di origini tropicali. Al West Nile si aggiungono infatti 4 casi di febbre Dengue su persone rientrate dall'estero, tra l'Africa e il sud America. Nessuna provincia del Veneto ne conta di più. Questo virus è trasmesso all'uomo dalle zanzare infette del genere Aedes. Grazie agli isolamenti si è scongiurato il rischio di micro-epidemie locali. Ci sono poi stati due pazienti, curati a Treviso e Montebelluna, che hanno sviluppato un'infezione in seguito al morso di una zecca. E il quadro è completato dal vaiolo delle scimmie.
Dal Comune distribuite compresse antizanzare...scadute
IL CORONAVIRUS
Senza dimenticare il Covid. «Al momento sono 118 i pazienti positivi ricoverati negli ospedali, compresi tre in Terapia intensiva - fa il punto Francesco Benazzi, dg dell'Usl - I ricoveri stanno progressivamente diminuendo.
GLI ALTRI FRONTI
Restando in ambito ospedaliero, anche le infezioni da West Nile hanno imposto una serie di ricoveri. «Cinque persone sono ancora sotto osservazione in ospedale - specifica il direttore generale - mentre un'altra è stata dimessa». I giovani che hanno contratto il vaiolo delle scimmie, invece, sono stati seguiti tutti attraverso l'isolamento domiciliare. La Regione ha appena annunciato l'arrivo delle prime 400 dosi di vaccino per Monkeypox, questo il nome tecnico. Ad oggi la vaccinazione non è richiesta né indicata. Il dipartimento di Prevenzione, all'interno del coordinamento regionale, sta valutando i criteri per individuare le persone potenzialmente a rischio. Quel che è certo è che il virus che causa bolle e lesioni sulla pelle circola anche qui.
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Il Gazzettino