TRIESTE - Un «Manifesto» per spiegare, «alla disorientata opinione pubblica» le ragioni per cui voteranno «NO» al referendum costituzionale...
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Ma i settanta avvocati triestini rilevano anche una serie di contraddizioni a partire «dalla violazione del principio di eguaglianza e ragionevolezza a fronte della macroscopica differenza tra il numero dei deputati (630) con quello dei senatori-sindaci e/o consiglieri regionali (95), l’inspiegabile allargamento ai senatori-sindaci e/o consiglieri regionali del privilegio dell’immunità.
Il travaso inorganico di competenze legislative dalle Regioni ordinarie allo Stato per una cinquantina di materie affastellate in 21 lettere dalla a) alla z), con rischio di un perenne conflitto di attribuzioni» oltre che «l’inspiegabile ed illogico riparto dei numeri dei senatori in riferimento alle singole regioni (p. es.: 14 senatori alla Lombardia e 2 al Friuli Venezia Giulia nella quale le minoranze linguistiche rischiano di rimanere fuori gioco (art. 6 Cost.), l’aumento da 50.000 a 150.000 firme per l’iniziativa legislativa popolare e la contraddittoria compresenza di due forme di referendum abrogativo in base al numero dei proponenti e dei votanti, con la trasparente mira di seppellire definitivamente tale guarentigia costituzionale». Secondo i sottoscrittori del Manifesto, la riforma Boschi «rischia di provocare guasti insanabili al nostro ordinamento democratico che costituisce patrimonio di noi tutti e che tutti siamo chiamati a difendere». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino