Il centro psichiatrico chiude: 18 malati restano senza casa

Il centro psichiatrico chiude: 18 malati restano senza casa
VOLPAGO - La comunità alloggio Fulvia Salzani chiuderà i battenti a fine anno. Lo stato d'animo delle famiglie dei diciotto ospiti psichiatrici della...

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VOLPAGO - La comunità alloggio Fulvia Salzani chiuderà i battenti a fine anno. Lo stato d'animo delle famiglie dei diciotto ospiti psichiatrici della comunità alloggio e riabilitazione estensiva nata nel 2013 nei locali attigui alla casa di riposo Guizzo Marseille di Selva oscilla fra rabbia, amarezza, incertezza e preoccupazione.Famiglie e ospiti hanno  infatti saputo (in parte per via indiretta) della chiusura, a fine dicembre, di una realtà nella quale vari pazienti avevano intrecciato amicizie e legami affettivi e dato vita a una situazione di stabilità. E, in attesa dell'assemblea dei familiari in programma sabato prossimo, Licia Albanese, rappresentante di tutte le famiglie, dice: «Esprimo rammarico e una grande preoccupazione per la sorte degli ospiti. Con la chiusura della struttura termineranno le  relazioni che gli ospiti stessi hanno intessuto nella convivenza quotidiana. Ancora una volta i diritti delle persone deboli e fragili sono stati ignorati».

I MOTIVIMa cosa ha portato alla chiusura? La comunità alloggio, attigua alla casa di riposo Guizzo Marseille, era gestita dalla stessa in convenzione con l'Usl. Tale convenzione, in regime di proroga dal 2017, non verrà però rinnovata. «Alla base della scelta -spiega il direttore generale Francesco Benazzi- ci sono varie ragioni: da problemi legati alla promiscuità con la casa di riposo, alla riorganizzazione delle programmazioni residenziali a livello regionale. Ma affronteremo con la massima attenzione le singole situazioni».
«La comunità -aggiunge Gianluca Sartor, presidente della Casa di riposo- era nata dal progetto di sindaci e Usl e non rientrava più nella programmazione aziendale in seguito alle indicazioni regionali. Pertanto di comune accordo abbiamo deciso la chiusura». E il dottor Salce, responsabile del servizio psichiatrico dell'Usl, spiega: «I programmi in essere verranno mantenuti e saranno organizzate soluzioni alternative. Le persone hanno situazioni diverse e programmi diversi; abbiamo un programma di contatti con gli interessati e per ciascuno individueremo la situazione migliore. Insomma, i posti all'interno dell'Usl vengono garantiti; inoltre abbiamo di fronte quasi un anno nel quale la comunità alloggio continuerà a funzionare e ci sarà tutto il tempo per gestire al meglio il passaggio».

Rassicurazioni che per il momento non bastano però a tranquillizzare genitori spesso anziani, familiari in apprensione per un fratello o una sorella che nella comunità hanno trovato una certa stabilità, gli stessi ospiti, che, proprio per la loro situazione, vivono in modo particolarmente delicato ogni cambiamento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino