Volontari civici anti-movida, Ciriani non li vuole: "Non servono, la città è già controllata"

Volontari civici anti-movida, Ciriani non li vuole: "Non servono, la città è già controllata"
PORDENONE - «Noi i volontari ce li abbiamo dall’inizio dell’emergenza Covid. Prima quelli temporanei di Protezione civile, poi le persone che stanno dando una...

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PORDENONE - «Noi i volontari ce li abbiamo dall’inizio dell’emergenza Covid. Prima quelli temporanei di Protezione civile, poi le persone che stanno dando una mano al Comune, come ad esempio gli alpini. Noi non abbiamo bisogno di persone che controllino chi entra e chi esce da un perimetro, ma di chi sappia accendere un decespugliatore o che riesca a tenere ben tenuti i parchi. I volontari civici, invece, servono davvero a poco». Spiegando, e non aprioristicamente, il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani rimanda al mittente i volontari civici annunciati dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. I “guardiani” della movida e degli assembramenti - è questo il senso dell’intervento - a Pordenone non servono. E questo non solo perché sarebbero difficili da inquadrare e da gestire (ne è conscia anche la Prefettura, che nelle ultime ore sta lavorando proprio su questa materia, e le perplessità abbondano), ma soprattutto perché il fine settimana di “libertà” ha consegnato a governanti e autorità di polizia un responso inequivocabile: la situazione, in provincia, è ampiamente sotto controllo. Certo, lunedì scorso anche in città la movida si è lasciata prendere la mano, ma successivamente i correttivi hanno funzionato. E secondo il primo cittadino di Pordenone l’arrivo di un’altra “squadra” di vigilantes porterebbe più che altro confusione.


IL QUADRO
La città ha già gli steward, e ieri l’assessore Emanuele Loperfido (Sicurezza) ha già annunciato che le “pettorine” torneranno anche il prossimo fine settimana. I bar hanno assunto anche i loro vigilantes, che contrariamente ai volontari civici sono formati e pagati. Le forze dell’ordine, coordinate dal lavoro del prefetto, Maria Rosaria Maiorino, hanno aggiustato il tiro e fatto sentire la loro presenza nei luoghi più a rischio per gli eventuali assembramenti. Così, grazie all’unione delle forze, si è riusciti a riportare la ripartenza sui binari della tranquillità.

I NUMERI
In tutto il week-end sono state controllate 1.032 persone nell’ambito del monitoraggio dedicato alle norme anti-contagio. Si tratta di dati riferiti a tutta la provincia di Pordenone. La maggior parte dei controlli è andata in scena nelle vicinanze di bar e locali, nei maggiori centri del Friuli Occidentale. Ma ciò che conta è il numero successivo, cioè quello delle persone sanzionate a valle delle “ronde”: venerdì, nel primo giorno del fine settimana, erano state 14; sabato soltanto tre e domenica quattro. E ancora una volta si tratta di dati provinciali. La percentuale è bassissima, segno che ancora una volta da un lato ha prevalso il buon senso da parte di chi doveva controllare e dall’altro ha vinto unamaggiore consapevolezza che è maturata tra le persone che - legalmente - si sono concesse una cena o un aperitivo dopo tanto tempo. La provincia di Pordenone paga positivamente anche il fatto di non avere una spiaggia sul mare o luoghi particolarmente affollati, ma la situazione in centro città - che inizialmente preoccupava - oggi è ampiamente sotto controllo.

LE SEGNALAZIONI

Meritano un capitolo a parte, perché sono state ancora una volta centinaia. I telefoni dei centralini delle forze delle polizia hanno continuato ad accogliere telefonate dei cittadini che segnalavano ipotetici assembramenti. Anche in questo caso, però, vincono i numeri: la percentuale delle sanzioni seguite a una segnalazione non raggiunge la doppia cifra. Anzi, nella maggior parte dei casi le chiamate si sono rivelate figlie di preoccupazioni infondate. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino