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VENEZIA - Il momento sliding doors, quello che può cambiarti per sempre la vita e la carriera, per Alessandro Michieletto, giovanissimo schiacciatore della Trentino, è arrivato al tie break della finale dell'Europeo con la Slovenia. E quell'attimo fuggente il 19enne di Desenzano non l'ha solo colto, l'ha divorato con la potenza di un doppio ace che ha lanciato la nazionale italiana verso la vittoria. L'astro nascente della pallavolo azzurra ha mostrato tutta la sua luce quest'estate bruciando qualunque tappa: titolare alle olimpiadi, decisivo all'Europeo e ora pronto a trascinare l'Under 21 al mondiale a Cagliari. Quel che non tutti sanno, però, è che Alessandro è l'ultimo nato di una dinastia di pallavolisti: suo padre, Riccardo, ora team manager a Trento, giocava come schiacciatore nella Maxicono Parma. E nemmeno lui è il primo anello della catena: questa tradizione di famiglia è cominciata infatti con nonno Flavio, 82 anni, nato a Mirano e cresciuto a Spinea. Da lui l'origine per quella passione atavica, tramandata di generazione in generazione, che ha portato i Michieletto a furoreggiare tra serie A e nazionale. «È cominciato tutto nel 58 - racconta Flavio - allora facevo il disegnatore per i cantieri navali Breda. Con il dopolavoro mi ero iscritto alla squadra del centro sportivo italiano. Non eravamo molto forti a dire il vero, ma riuscimmo comunque ad arrivare a Bergamo per giocarci le finali del campionato».
MANO MANCINA
La pallavolo non è l'unico filo conduttore tra i tre Michieletto: sono anche tutti mancini. «Solo che a me la maestra a scuola legava la mano sinistra dietro la schiena - sorride Flavio - è servito a qualcosa? Ho continuato a usarla.
VIZIO DI FAMIGLIA
Tornando all'albero genealogico di casa, gli zii di Alessandro non sono scappati alla fame di volley del nonno, anche se poi hanno scelto altre strade: Federico ora ha preso le redini dell'agenzia immobiliare di famiglia, mentre Giovanna (un passato nel team Venezia) fa l'insegnante a Carpenedo. Finita qui? Macchè, c'è la prole di Riccardo: la sorella maggiore di Alessandro, Francesca, 24 anni, da quest'anno giocherà a Macerata, in A2. «Lei è molto forte - sottolinea orgoglioso nonno Flavio - sentirete parlare presto di lei». L'altra sorella, Annalisa, 21 anni, gioca come opposto in B2 ma strizza l'occhio anche al beach. Andrea, il più piccolo dell'ultima generazione Michieletto, non ha ancora scelto tra il volley e il calcio.
FENOMENO ALL'IMPROVVISO
Inutile negare però che l'ascesa improvvisa nel firmamento dei campioni di Alessandro ha preso tutti un po' di sorpresa. «Cerchiamo tutti di tenerlo un po' con i piedi per terra, soprattutto il papà - prosegue il nonno - ma quando arriva l'investitura di un numero uno assoluto come Julio Velasco è difficile impedire a un 19enne di sognare. Si cerca di proteggerlo anche perché Alessandro non è un tipo sopra le righe, è un timido, non fatevi ingannare dalla furia che mette in campo». Insieme, dopo le olimpiadi, hanno trascorso otto giorni al mare e lì Alessandro ha detto al nonno che avrebbe giocato anche al mondiale under 21. «E che cosa avrei dovuto rispondergli? Vai Ale, fai bene».
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