VENEZIA - Il momento sliding doors, quello che può cambiarti per sempre la vita e la carriera, per Alessandro Michieletto, giovanissimo schiacciatore della Trentino, è arrivato al tie break della finale dell'Europeo con la Slovenia.
MANO MANCINA
La pallavolo non è l'unico filo conduttore tra i tre Michieletto: sono anche tutti mancini. «Solo che a me la maestra a scuola legava la mano sinistra dietro la schiena - sorride Flavio - è servito a qualcosa? Ho continuato a usarla. Riccardo e Alessandro hanno potuto crescere senza costrizioni e comunque la genetica ha scelto per loro mettendo la forza a sinistra». Flavio Michieletto è un personaggio: tra Chirignago e Miranese ha tanti amici (tra cui l'ex sindaco di Spinea Claudio Tessari) anche perché negli anni ha gestito diversi cinema della zona. «Ho cominciato facendo la maschera all'Impero e all'Erico a Mirano e sono arrivato a prendere in mano l'Eden di Chirignago».
VIZIO DI FAMIGLIA
Tornando all'albero genealogico di casa, gli zii di Alessandro non sono scappati alla fame di volley del nonno, anche se poi hanno scelto altre strade: Federico ora ha preso le redini dell'agenzia immobiliare di famiglia, mentre Giovanna (un passato nel team Venezia) fa l'insegnante a Carpenedo. Finita qui? Macchè, c'è la prole di Riccardo: la sorella maggiore di Alessandro, Francesca, 24 anni, da quest'anno giocherà a Macerata, in A2. «Lei è molto forte - sottolinea orgoglioso nonno Flavio - sentirete parlare presto di lei». L'altra sorella, Annalisa, 21 anni, gioca come opposto in B2 ma strizza l'occhio anche al beach. Andrea, il più piccolo dell'ultima generazione Michieletto, non ha ancora scelto tra il volley e il calcio.
FENOMENO ALL'IMPROVVISO
Inutile negare però che l'ascesa improvvisa nel firmamento dei campioni di Alessandro ha preso tutti un po' di sorpresa. «Cerchiamo tutti di tenerlo un po' con i piedi per terra, soprattutto il papà - prosegue il nonno - ma quando arriva l'investitura di un numero uno assoluto come Julio Velasco è difficile impedire a un 19enne di sognare. Si cerca di proteggerlo anche perché Alessandro non è un tipo sopra le righe, è un timido, non fatevi ingannare dalla furia che mette in campo». Insieme, dopo le olimpiadi, hanno trascorso otto giorni al mare e lì Alessandro ha detto al nonno che avrebbe giocato anche al mondiale under 21. «E che cosa avrei dovuto rispondergli? Vai Ale, fai bene».
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