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VENEZIA - La commissione tecnica e disciplinare ha concesso tutte le possibilità e i tempi a Renato Busetto per discolparsi. Lo si evince dalla narrazione storica degli eventi, così come riportata dal verbale della stessa commissione. Il regatante, come noto - è stato sanzionato con 13 mesi di squalifica a partire dal 5 settembre 2021, oltre alla squalifica del gondolino viola e al ritiro della bandiera conquistata, e l'esclusione dal premio in denaro.
LA PRIMA CONVOCAZIONE
Si viene a sapere che già il 10 settembre, dopo aver ricevuto l'esito positivo alle sostanze da cannabis rilevate a seguito delle analisi antidoping eseguite appena dopo la prestazione sportiva, la commissione aveva convocato Busetto negli uffici comunali informandolo della situazione, affinché svolgesse ogni azione che ritenesse più opportuna per contrastare quanto prima facie accertato dagli esami medici.
CONTESTAZIONI TARDIVE
Bragadin, nel verbale sottoscritto da tutti i componenti della commissione, osserva come vi siano delle criticità che lo spirito sportivo deve superare con la collaborazione di tutti al solo ed esclusivo fine di garantire una più equa e rispettosa condotta di gara. Il riferimento principe della squalifica di Busetto trova origine nell'articolo 35 del regolamento delle regate della voga alla veneta, il quale prevede esclusivamente che l'accertata positività di un regatante al test effettuato comporti la sua immediata squalifica. «Va da sé - continua il verbale - che la contestazione mossa nella memoria difensiva del regatante circa le modalità con le quali si è svolto il controllo, paiono alla commissione assolutamente tardive e strumentali alla contestazione del risultato delle stesse».
«Nei bandi alle regate viene fatto richiamo alle normative vigenti previste dal Coni, con lo spirito di costituire un deterrente ad un comportamento non consono e con tale menzione si è cercato di favorire il rispetto di ogni regola, al fine di evitare che si possa anche solo ipotizzare che nel gesto atletico della voga alla veneta sia tutto consentito, compreso lo strumento medico illecito». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino