Morto a 18 anni: «Il metadone non l'aveva mai preso prima, Vlad estraneo a tossicodipendenza e spaccio»

Vlad Andrei Lacatus, morto a 18 anni.
CADONEGHE - Vlad Andrei Lacatus non aveva problemi di tossicodipendenza né di spaccio e la dose di metadone che è la principale indiziata per la sua morte...

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CADONEGHE - Vlad Andrei Lacatus non aveva problemi di tossicodipendenza né di spaccio e la dose di metadone che è la principale indiziata per la sua morte sarebbe stata la prima mai assunta dal 18enne. Le indagini dei carabinieri coordinate dalla Procura sul decesso del giovane avvenuto martedì mattina stanno delineando i contorni della tragedia. Fondamentali sono state le dichiarazioni dell'amico che era con la vittima la mattina in cui si è sentito male nell'appartamento della madre in via Trilussa a Cadoneghe. Le sue parole hanno infatti permesso agli inquirenti di risalire al 23enne M.T., oggi indagato per aver ceduto a Lacatus una delle sue fiale di metadone, che avrebbe provocato il malore fatale.

IL RACCONTO
La notte tra lunedì e martedì Vlad Andrei l'ha passata in casa, dove è stato ospitato anche un suo amico. Attorno alle 7 è stato trovato in stato di semincoscienza e, nonostante la corsa all'ospedale di Padova, il suo cuore ha smesso di battere.
Immediato l'avvio delle indagini, con un sopralluogo nell'abitazione della vittima che ha permesso di raccogliere le prime informazioni da parte della madre e dell'amico del giovane. Quest'ultimo ha raccontato ai carabinieri come lui e il 18enne avessero trascorso le ore prima della tragedia. Ha spiegato che fra il tardo pomeriggio e la sera di lunedì erano fuori casa, che avrebbero fumato uno spinello e che Lacatus avrebbe ricevuto una boccetta di metadone dal 23enne, residente nella stessa palazzina. Il contenuto, sempre stando a quanto dichiarato dall'amico agli inquirenti, Vlad lo avrebbe ingerito la sera stessa, tornando poi a casa e accusando dei malesseri nella notte. Solo la mattina però la situazione sarebbe apparsa in tutta la sua gravità.

L'INDAGINE


Il testimone ha inoltre dichiarato che quella sarebbe stata la prima volta che Lacatus assumeva metadone. La sostanza viene infatti prescritta a chi è seguito dal servizio dipendenze e il 18enne mai aveva avuto a che fare con quel mondo, né aveva precedenti legati agli stupefacenti. Anche la dose di hashish repertata dai carabinieri, che inizialmente era stata indicata come recuperata a casa della vittima, era in realtà nell'appartamento del 23enne. In casa di Lacatus è stata trovata un'unica boccetta di metadone da 100 milligrammi, parte dell'identico lotto consegnato pochi giorni prima dal SerD all'indagato M.T. Oggi pomeriggio sarà eseguita l'autopsia.

 

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Il Gazzettino