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VITTORIO VENETO Il coronavirus si è portato via anche Giuseppina Gentilini, sorella di Giancarlo, lo “sceriffo” di Treviso. L’89enne si è spenta, dopo l’aggravarsi improvviso delle sue condizioni di salute, martedì nell’ospedale di Vittorio Veneto, sua città. Era risultata positiva al Covid-19. «Questo virus è peggio della guerra – sottolinea L’ex sindaco di Treviso - Se dopo i bombardamenti potevamo stringere la mano o abbracciare un nostro caro, ora nemmeno questo. Vista la mia età e la pandemia in atto, il mio medico mi ha sconsigliato di andare al funerale di mia sorella: non posso neanche accompagnare per questo ultimo saluto chi ha condiviso con me una parte della vita e tanti ricordi».
LA STORIA
Giuseppina, che in famiglia era chiamata “Pinuccia”, da anni era vedova: lascia i figli Paola con Otello e Giulio con Valeria, i nipoti Giulia, Nico, Tiziano e Nina, oltre al fratello Giancarlo. Il funerale si tiene oggi, 31 dicembre, alle 10.30 nelle chiesa parrocchiale di Santa Giustina a Vittorio Veneto. Poi la salma proseguirà per la cremazione. Giuseppina Gentilini abitava in via Caprera, la storica via di collegamento tra Santa Giustina e Serravalle, nel palazzo che era della famiglia paterna. «Con la morte di Pinuccia – continua Gentilini - viene a mancare un grande supporto famigliare. Con mia sorella c’è sempre stata una grande sintonia, che si è moltiplicata quando nella nostra casa di via Caprera, tra il 1993 e il 1994, è nata la Lega Nord. Nel portico, in quegli anni, alla presenza di numerose persone arrivarono Umberto Bossi e tanti altri grandi della Lega Nord. Tutti non mancavano mai di salutare mia sorella: dopotutto la Lega Nord era nata proprio in questa casa, dove lei continuava a vivere. Ricordo poi che la casa subì in quegli anni anche un incendio che la danneggiò. Accadde il giorno prima che Umberto Bossi era atteso nella nostra casa di via Caprera. La digos all’epoca ipotizzò che era stato un razzo incendiario a scatenare quell’incendio».
I RICORDI
Sono tanti i ricordi che in queste ore riempiono la mente del fratello Giancarlo. «Abbiamo abitato a Vittorio fino al 1938, anno in cui mio padre portò me e le mie sorelle, Pinuccia e Laura, a Treviso dove aveva trovato lavoro.
Il Gazzettino