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VITTORIO VENETO - Ha lottato fino all’ultimo, poi il cuore di Giorgio Giuseppe Delle Fave, 71 anni, si è fermato. Ad ucciderlo in poco più di due settimane è stato il Covid. Quel virus che lui era sempre stato sicuro di sconfiggere da solo, tanto da rifiutare ostinatamente di vaccinarsi, nonostante le pressioni della sua famiglia, e in particolare delle sue tre figlie. La notizia ha gettato nello sconforto i tanti amici ma soprattutto i volontari della Lega per la lotta contro i tumori (Lilt) di Vittorio Veneto. Da quasi quattro anni, infatti, Giorgio Delle Fave era entrato a far parte del gruppo autisti volontari dell’associazione. All’interno del quale si era fatto subito apprezzare per la grande disponibilità e umanità nei confronti dei pazienti che ogni giorno vengono trasportati dalla Lilt nei luoghi di cura.
L’IMPEGNO
Delle Fave era giunto a Vittorio Veneto una decina di anni fa come rappresentate di prodotti per l’ottica. Al momento di andare in pensione, la decisione di dare concretezza al suo impegno civile: l’adesione al gruppo autisti della Lilt vittoriese. Un servizio che Giorgio, come era meglio conosciuto, prestava con grande entusiasmo. Anzi, la sua esperienza di agente di commercio, abituato a battere le strade di mezza Italia, lo portava a svolgere senza problemi anche i compiti più gravosi, portando pazienti negli ospedali del Nord Italia, da Udine a Milano. In poco tempo era diventato una delle colonne del gruppo. Anche con le prime ondate Covid Giorgio Delle Fave non si era fermato: aveva continuato a portare malati oncologici anche quando non c’erano vaccini o test Covid a disposizione, solo con lo scopo di garantire quelle cure per loro vitali. Anche a rischio della propria vita. Poi la decisione di non vaccinarsi. Con dolore dell’associazione e dello stesso Giorgio, è scattata la sospensione obbligatoria dal servizio. Ma sempre con la volontà, non appena passata la bufera Covid, di tornare a disposizione dei malati oncologici. Subito dopo Natale, invece, i primi sintomi. Giorgio Delle Fave si reca in ospedale a Vittorio. I medici giudicano comunque quei segnali non sufficienti a disporre il ricovero, e lo invitano a tornare a casa. La situazione peggiora lentamente. Fino a quando, dopo Capodanno, si chiama l’ambulanza.
IL RICOVERO
Giorgio viene ricoverato.
Il Gazzettino