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VALDOBBIADENE - Dieci mesi di reclusione, 2mila euro di provvisionale e la quantificazione totale dei danni da stabilire in sede civile. È la sentenza, dopo una lunga battaglia legale, dal tribunale di Treviso nei confronti di un 32enne, noto imprenditore vitivinicolo di Valdobbiadene, socio di una cantina che produce vini di gamma medio-alta, trascinato davanti al giudice dall'ex compagna, costituitasi parte civile con l'avvocato Daniele Panico. L'uomo, accusato di lesioni e che ha sempre sostenuto la propria innocenza tanto da voler affrontare il processo, era invece difeso dall'avvocato Luciano Gazzola. E vista la sentenza di condanna, è probabile che venga presentato ricorso in appello dopo il deposito delle motivazioni.
LA VICENDA
Il capo d'imputazione parla di calci e pugni, oltre a insulti e minacce che inizialmente avevano spinto la Procura a ipotizzare anche il reato di maltrattamenti in famiglia, poi decaduto in fase d'indagine.
IL RAPPORTO
Si è parlato di battaglia legale perché i fatti risalgono addirittura al 2016 e la sentenza di primo grado è arrivata dopo 7 anni. L'episodio più grave si è verificato il 19 dicembre quando, al termine di una delle tante litigate, la vittima si è presentata al pronto soccorso di Montebelluna con un dito della mano sinistra rotto e contusioni multiple su tutto il corpo. La prognosi fu di 20 giorni. «Fin dall'inizio della convivenza il comportamento del mio ex compagno non è mai stato ortodosso - ha scritto la giovane nella denuncia - Il suo comportamento era lungi dall'essere quello di un buon padre». Già, perché la donna sostiene che quando l'imprenditore tornava a casa dal lavoro non smetteva di insultarla anche davanti al bambino «che reagiva con pianti e urla». Il 29 gennaio 2017 la decisione di andare via di casa e tornare dai suoi genitori. La speranza era che i rapporti diventassero meno tesi. Ma non fu così: telefonate, visite inaspettate e ancora litigi non si placavano, tanto che in un paio di occasioni è stato chiesto l'intervento dei carabinieri. Una situazione al limite che ha spinto la vittima a sporgere denuncia e il giudice a emettere una sentenza di condanna.
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Il Gazzettino