Veneto, i vitalizi degli ex pesano più degli stipendi dei consiglieri: 9,6 milioni all'anno ai pensionati

Il consiglio regionale
VENEZIA - Sulla cassa di Palazzo Ferro Fini gli ex consiglieri regionali pesano più di quelli in servizio: 9,6 contro 7,6 milioni. Evidentemente cinquant'anni di storia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VENEZIA - Sulla cassa di Palazzo Ferro Fini gli ex consiglieri regionali pesano più di quelli in servizio: 9,6 contro 7,6 milioni. Evidentemente cinquant'anni di storia si fanno sentire, con il loro carico di benefìci economici connessi al ruolo, per quanto sia passato: ormai l'importo degli assegni vitalizi e di reversibilità supera quello delle indennità erogate ai politici tuttora in carica, una zavorra ulteriormente aggravata dalla liquidazione del bonus di fine mandato, particolarmente consistente lo scorso anno. I dati emergono dalla relazione sul giudizio di parificazione del rendiconto generale del Veneto, relativo al 2020 e reso dalla sezione di controllo presieduta da Maria Elisabetta Locci.


IN QUIESCENZA E IN SELLA
Complessivamente la spesa impegnata per il funzionamento del Consiglio regionale del Veneto ammonta a 32.841.238,69 euro nel 2020, in aumento di circa 1,7 milioni rispetto ai 31.160.180,88 del 2019 e ai 31.131.590,02 del 2018. Il capitolo più consistente riguarda appunto le pensioni dei consiglieri andati in quiescenza o, se deceduti, dei loro eredi (soprattutto vedove, ma c'è anche qualche figlio). Gli assegni per vitalizi e per trattamento indennitario differito totalizzano 8.255.703,69 euro nel 2020, in calo rispetto ai 9.035.416,70 del 2019 e ai 9.357.213,53 del 2018. Le erogazioni di reversibilità nel triennio sono, rispettivamente, pari a 1.398.500, 1.549.561,29 e 1.436.250 euro. La tendenza è quindi alla diminuzione, in conseguenza delle dinamiche anagrafiche, ma anche per effetto del prelievo di solidarietà, peraltro oggetto di un perdurante contenzioso giudiziario. L'elenco dei 244 fruitori e delle relative cifre nette mensili è aggiornato mensilmente in rigoroso ordine alfabetico, dalla A di Adami (Francesco: 4.259,16) alla Z di Zorzato (Marino: 1.324,82).
Inferiore è l'entità delle indennità e dei rimborsi spese ai 51 componenti dell'assemblea legislativa attualmente in sella: 7.637.634,40 nel 2020, a fronte di 7.711.960,19 nel 2019 e di 7.584.179,75 nel 2018. Alcuni di loro hanno rinunciato al futuro vitalizio, per cui hanno ottenuto la restituzione dei contributi già versati: lo scorso anno si è trattato di 2.035.973,30 euro, molti più dei 148.940 e dei 59.345 delle due annualità precedenti.


LE ALTRE VOCI
Retribuzioni, contributi sociali e buoni pasto ai dipendenti pesano nel 2020 per 6.393.246,50 euro, importo pressoché in linea con i 6.558.436,95 del 2019 e con i 6.376.617,63 del 2018. Fra le voci ci sono poi le imposte, come l'Irap sugli stipendi del personale e sul trattamento indennitario degli ex consiglieri: nel triennio, 1.591.602,71 euro, 1.610.510,86 e 1.594.391,04. I trasferimenti ai gruppi consiliari per le spese di funzionamento e di personale ammontano infine, nell'ultimo anno, a 746.566,81 euro.


IL RIMPROVERO


Tutto in regola, ha sentenziato la Corte dei Conti. L'unico rimprovero riguarda la mancata presentazione di un documento previsto dalla legge del 2012, quella per cui «il Consiglio regionale amministra in modo autonomo le proprie risorse finanziarie, secondo il regolamento interno di amministrazione e organizzazione», malgrado le richieste dei magistrati. «La Sezione, pertanto, non può esimersi dallo stigmatizzare il comportamento degli uffici e dal sollecitare il Consiglio per una tempestiva approvazione del Regolamento cui si fa riferimento», chiosano i giudici.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino