Visite mediche, a Treviso 20mila persone sono in attesa

Visite mediche, a Treviso 20mila persone in attesa di essere visitate
TREVISO - Procede a rilento il recupero delle visite e degli interventi chirurgici non urgenti rinviati a data da destinarsi durante l'emergenza Covid. I trevigiani in...

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TREVISO - Procede a rilento il recupero delle visite e degli interventi chirurgici non urgenti rinviati a data da destinarsi durante l'emergenza Covid. I trevigiani in attesa sono ancora più di 20mila. Dopo essersi rimessa in pari con gli arretrati del 2021, quest'anno l'Usl della Marca ha visto aumentare la richiesta di prestazioni anche del 30%. Alla fine, negli ultimi mesi sono state recuperate 2mila visite specialistiche galleggianti, cioè quelle che erano in attesa di un appuntamento. Ne restano ancora 18mila. Così come sono stati recuperati mille interventi chirurgici. E ne restano altri 3mila.

Le liste d'attesa infinite

«Si sta facendo un grande lavoro - spiega il direttore generale Francesco Benazzi - di pari passo, però, dopo il picco dell'emergenza Covid c'è stata un'impennata sul fronte della richiesta di visite specialistiche». Soprattutto nei settori della gastroenterologia, radiologia e cardiologia. Più dermatologia, pneumologia e oculistica. Per una colonscopia di controllo, ad esempio, bisogna aspettare più di 8 mesi. Per un intervento alle cataratte si supera l'anno. Il nuovo aumento dei contagi da Covid non aiuta. I pazienti positivi ricoverati in ospedale sono tornati a superare quota 100. E resta il problema della carenza di personale. «In ogni caso mette in chiaro il direttore generale abbiamo dato indicazioni per fare in modo che tutte le prestazioni con priorità B vengano erogate tassativamente entro i 10 giorni previsti». Negli ultimi tempi la tempistica non è stata sempre rispettata. Adesso si tira una linea.

In sala operatoria

Per gli interventi chirurgici, invece, le cose vanno un po' meglio. «Abbiamo recuperato mille operazioni fa i conti Benazzi sotto questo aspetto l'attenzione è massima. La riorganizzazione ci ha permesso di aumentare le sedute operatorie in alcuni casi anche del 30%. E i nostri chirurghi non si tirano indietro». Per quanto riguarda le visite specialistiche, in particolare, chi ha la possibilità e non vuole attendere troppo si rivolge ai centri medici privati a pagamento. Già durante l'emergenza Covid questi ultimi avevano visto aumentare la mole di richieste. Non solo. Anche i medici di famiglia e le guardie mediche sono in difficoltà. Basti pensare che nella Marca ci sono 77 ambulatori della medicina generale senza un dottore titolare.

I privati

Si inserisce in questo contesto il nuovo servizio privato Centri prime cure della società MipMedical Srl. Ci sono più ambulatori, aperti 7 giorni su 7: a Treviso, zona quartiere latino, è stato avviato quello infermieristico e a Caerano è in funzione lo studio medico con dottori generalisti, non ancora specializzati, che offrono visite a 20 euro. A riguardo non sono mancate le polemiche. «Fare ricette bianche, a fronte delle quali i cittadini devono pagarsi tutto, questo deve essere chiaro, non aiuta nel contenimento delle liste d'attesa sottolinea Luigino Guarini, presidente dell'Ordine dei medici di Treviso e il network che si sta costruendo con le farmacie potrebbe anche rappresentare un conflitto d'interesse». Ma è lo stesso Alvise Alexandre, socio unico di MipMedical, a spazzare il campo dai dubbi: «Purtroppo è passato un concetto errato, il progetto Centri prime cure non è alternativo ai medici di base né cavalca conflitti di interesse con le farmacie. È invece di grande attualità e potenzialità perché, da un lato, riconosce il ruolo delle farmacie come presidi sanitari di prossimità e, dall'altro, vuole essere sinergico al sistema sanitario nazionale, offrendo alla popolazione prestazioni sanitarie di prima istanza, prime cure appunto, con personale infermieristico e medico non specializzato affiancato da personale medico di lunga esperienza, che sarebbero inappropriate per il pronto soccorso. Senza impattare sul ruolo e sulla funzione proprie ed esclusive dei medici di medicina generale ma evitando, al tempo stesso, che i cittadini cerchino risposte fuorvianti e dannose in internet».
 

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Il Gazzettino