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UDINE - Accelerare le prestazioni sanitarie che si erano dovute sospendere causa Covid, di modo che entro la fine dell’anno siano ripristinati i volumi pre pandemia. Un processo per il quale si mettono in campo 16 milioni. E poi portare il privato accreditato ad avere un peso, come previsto nella riforma varata ad inizio legislatura, dal 3,8 al 6% nel sistema delle prestazioni regionali, per frenare la fuga verso le altre regioni. Un obiettivo che si concretizza in virtù della sottoscrizione di un accordo a valore triennale consentirà di ampliare di 20 milioni la spesa sul privato accreditato, purché questa eroda gli importi che ora la Regione è costretta a pagare a strutture extra regionali.
I DETTAGLI
Sono le due importanti novità racchiuse nelle altrettante delibere varate ieri dalla giunta regionale su proposta del vicepresidente Riccardi. «Puntiamo a riorganizzare il sistema pubblico con l’acquisto di prestazioni aggiuntive entro lo stesso sistema per abbattere le liste d’attesa e poi ci attiviamo per recuperare la spesa privata accreditata che stiamo pagando a piè di lista in altre regioni, in particolare in Veneto, anziché trattenerla sul nostro territorio.
LE AZIONI
Tre sono gli strumenti: l’assunzione di personale a tempo determinato o di lavoro autonomo; l’acquisto di prestazioni aggiuntive dal personale sanitario dipendente; infine, in via residuale, l’acquisto di prestazioni extra budget da privato accreditato. Si accelera sugli interventi di natura oncologica (mammella, prostata e colon tra gli altri), cardiovascolari (ad esempio by-pass aortocoronarico) e ortopedici (come protesi d’anca e ginocchio); per le prestazioni ambulatoriali si punta al recupero degli esami cardiologici e audiometrici, di endoscopia digestiva e gli interventi oculistici come la cataratta e le iniezioni intravitreali. I 16 milioni saranno suddivisi tra le tre Aziende, il Cro di Aviano e il Burlo.
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Il Gazzettino