OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
«Attendere alcuni mesi per una visita oculistica può creare danni irreversibili. Pazienti con maculopatia senile o diabetica, per esempio, hanno bisogno di diagnosi e terapia in poche settimane. Per non parlare dei difetti visivi dei bambini che, se vengono riconosciuti entro i sei anni di età possono essere perfettamente corretti e curati; ma se vengono diagnosticati in ritardo o misconosciuti lasciano deficit permanenti per tutta la vita. Il che significa che se un pediatra nel 2021 rileva un difetto in un bambino di 4 anni e consiglia ai genitori una visita nell'ambito del servizio sanitario regionale e quest'ultimo la fissa nel 2023, la prevenzione non ha più senso». A lanciare l'allarme sono Tullio Frau, coordinatore dello Iapb di Pordenone (onlus internazionale per la prevenzione delle patologie oculari) e componente dell'Unione italiana ciechi, e Maurizio Gismondi, medico oculista che ha lavorato negi ospedali di San Vito, Conegliano, Udine (ora libero professionista), vice coordinatore dello Iapb e associato Uic.
NESSUNA RISPOSTA
Che la situazione del reparto di Oculistica del Santa Maria degli Angeli sia piena di vuoti non è certo un mistero, e la carenza di medici specialisti ha ripercussioni importanti anche sull'Unione italiana ciechi.
LA DIFFERENZA
Frau e Gismondi sono chiari: «Molto spesso la lunga attesa può fare la differenza tra un lieve deficit visivo e la cecità o l'ipovisione grave. Queste ultime rappresentano un importante danno per la persona e un enorme peso economico per la società e per le famiglie di questi sfortunati pazienti. A volte si sente parlare di stipendi risparmiati o di attrezzature non acquistate in nome dei risparmi, ma non si capisce che gli esiti di una cecità costano molto di più». E quindi pesano molto di più sul Servizio sanitario regionale e soprattutto sulla qualità di vita. Le richieste che Gismondi e Frau rivolgono all'Asfo non lasciano spazio a interpretazioni: «La ricostruzione e la riorganizzzione del reparto di Oculistica che deve essere messo in condizioni di dare risposte alla cittadinanza anche con l'utilizzo di convenzioni o di medici ingaggiati a gettone. Come un dialogo più costruttivo con le associazioni di volontariato che spesso nella nostra provincia sono sentite come un inuitile disturbo alla normale attività». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino