Il virus del Nilo colpisce un 50enne, primo caso nel Veneziano

Il virus del Nilo colpisce un 50enne, primo caso nel Veneziano
CAVARZERE - È un cavarzerano di 50 anni, ricoverato nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Rovigo, la quarta persona colpita dal virus del Nilo nel 2018 in...

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CAVARZERE - È un cavarzerano di 50 anni, ricoverato nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Rovigo, la quarta persona colpita dal virus del Nilo nel 2018 in Veneto. I primi tre casi erano stati riscontrati tutti in provincia di Rovigo (Polesella, Canaro e Occhiobello), il primo circa tre settimane fa, gli altri due erano stati confermati, il 20 luglio, dal laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, a cui erano stati inviati i campioni di urina dei due malati sospetti.

 Il caso del cavarzerano sarebbe immediatamente successivo, come scansione temporale e, anche se i sanitari sono ancora in attesa della conferma definitiva delle analisi, sulla base della sintomatologia presentata dal paziente, sono pressoché certi che si tratti di West Nile. Del resto il territorio cavarzerano è vicino alle aree del Polesine in cui si sono manifestati i casi precedenti e, tra questi territori non mancano i contatti e gli scambi commerciali.
Il virus della West Nile viene trasportato da diverse specie di uccelli, ma la sua trasmissione all’uomo avviene tramite le punture delle comuni zanzare che possono pungere, in sequenza, i volatili e gli esseri umani. Nella maggior parte dei casi (circa l’80%) il virus non provoca alcuna conseguenza sull’uomo; nel restante 20% dei casi, nelle persone può insorgere una febbre simile a quella provocata dall’influenza e, in casi ancora più rari, circa uno su 150, può insorgere una forma più grave, con manifestazioni neurologiche, specialmente nelle persone in età avanzata. Dal 2008 il Veneto è considerato zona endemica per la West Nile, ovvero un territorio in cui la presenza del virus è, ormai, diffusa e persistente. Per questo ogni anno il ministero vara un Piano di sorveglianza integrato che ha, tra l’altro, lo scopo di verificare la positività delle zanzare al virus e di eseguire i necessari interventi di disinfestazione. Quest’anno le prime positività sono state scoperte, in anticipo stagionale, a metà giugno, nel Veronese e nel Trevigiano. La settimana scorsa anche nel Veneto Orientale, dove erano già previsti interventi di disinfestazione, poi sospesi a causa del maltempo.

L’Ulss 4 del Veneto orientale ha già ri-sollecitato nei giorni scorsi i 21 Comuni della zona a effettuare gli interventi previsti. Se, come sembra, verrà confermata la diagnosi di West Nile per il 50enne cavarzerano, anche nel comune veneziano dovranno obbligatoriamente essere eseguiti opportuni interventi di disinfestazione attorno ai luoghi dove il malato ha soggiornato e potrebbe aver contratto il virus. «Finora però - dice il sindaco Henri Tommasi – non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione dell’Ulss. Alcuni anni fa, per un presunto caso di virus del Nilo eravamo stati avvertiti ma poi non ci fu conferma della malattia. Ovvio che faremo, nel caso, tutto il necessario». Per contrastare la proliferazione delle zanzare, le autorità sanitarie raccomandano ai cittadini alcuni semplici accorgimenti: niente acqua stagnante, larvicidi nei tombini, uso di repellenti cutanei, zanzariere e tendine per proteggere la casa e il letto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino