VILLORBA - Dieci anni di galera. Questa la richiesta del Pubblico ministero di Catania Marisa Scavo nei confronti di Pio Guidolin, il 55enne ex sacerdote originario di Villorba a...
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Secondo le indagini, condotte dai carabinieri del Ros, Guidolin avrebbe sfruttato la sua posizione di sacerdote all’interno della chiesa di periferia per costringere alcuni minorenni, tutti di età inferiore ai 14 anni, a compiere o subire atti sessuali. Storie, emerse nel 2016, condite di particolari che a leggerli sono angoscianti, per certi versi persino raccapriccianti, come l’utilizzo dell’olio santo con cui Guidolin avrebbe cosparso il corpo dei minorenni abusati sessualmente. «Venivano recitate preghiere ad alta voce», si legge negli atti dell’inchiesta, come una sorta di «atto purificatore in grado di lenire le sofferenze interiori». Ma anche quelle del corpo, come ad esempio costringere un ragazzino a compiere atti sessuali per prevenire l’insorgere di una malattia ai testicoli.
Cinque le persone che hanno denunciato il presunto prete orco per fatti che sarebbero accaduti nel 2014 e che a processo si sono costituite come parte civile. Si tratta di quattro ragazzi e di una ragazza, che puntano il dito contro Guidolin, il loro “carnefice”, il prete di periferia adorato dai fedeli della parrocchia a cui avrebbe però nascosto l’orrenda perversione di un appetito sessuale rivolto verso i ragazzini. L’uomo, che ieri prima della richiesta di condanna dell’accusa ha deposto davanti al giudice tentando di spiegare che quegli atti non sono mai stati violenza sessuale, è da un anno in custodia cautelare nel penitenziario di Siracusa. Ha dovuto anche affrontare un processo canonico da cui è uscito senza le vesti, spretato dalla curia di Catania. Pio Guidolin nella Marca operò a lungo nella struttura dell’ex Pime di Preganziol portando avanti attività per i più giovani che nel tempo hanno coinvolto migliaia di ragazzi trevigiani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino