La madre della piccola era in aula quando contro il parente, lo zio accusato di aver violentato sua figlia, è stata pronunciata la sentenza di condanna. C’era anche...
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L’ORCO
I fatti risalgono ai mesi scorsi quando lo zio, arrivato dall’altra parte del mondo, avrebbe dovuto prendersi cura dei bimbi nelle ore in cui i genitori erano al lavoro. Invece quell’uomo si è trasformato nell’orco. Violentando, stando all’accusa, una bimba in età scolare al di sotto dei sotto 10 anni. I fatti sarebbero avvenuti in una casa della Valbelluna (per tutelare la vittima non è possibile dare ulteriori particolari). Solo grazie alla confidenza della piccola lo straniero 60enne era stato assicurato alla giustizia. Inizialmente si era reso irreperibile ma è stato rintracciato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Belluno ed è finito in carcere a Pordenone, dove c’è una particolare sezione riservata alle persone accusate di reati sessuali verso minori. L’uomo era arrivato dal suo paese per ricongiungersi alla moglie, aveva un regolare permesso di soggiorno. Per racimolare qualche soldo si prendeva cura dei bimbi dei parenti, quando tutti gli adulti erano al lavoro. Proprio in uno di quei pomeriggi avrebbe riservato le attenzioni indicibili alla bimba. I mesi scorsi lo zio avrebbe costretto la minore a subire atti che un minore mai dovrebbe vedere. Un incubo a cui la piccola avrebbe provato a sottrarsi confessando subito tutto ai genitori.
L’ARRESTO
I genitori la accompagnarono al pronto soccorso dove è seguita l’immediata segnalazione a carabinieri e Procura. Con il lavoro degli esperti dell’Arma del Nucleo Investigativo, preparati per occuparsi, con tutte le accortezze necessarie in questo tipo di indagini, sono stati raccolti gli indizi di responsabilità e per lui si sono aperte le porte del carcere di Pordenone dove è ancora detenuto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino