Stupro di gruppo su un'amica, tre ragazzi condannati a cinque anni

Stupro di gruppo su un'amica, tre ragazzi condannati a cinque anni
VENEZIA - Cinque anni per violenza sessuale di gruppo dopo una serata a Jesolo. È la sentenza emessa ieri pomeriggio dalla Corte d’Appello di Venezia nei confronti di...

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VENEZIA - Cinque anni per violenza sessuale di gruppo dopo una serata a Jesolo. È la sentenza emessa ieri pomeriggio dalla Corte d’Appello di Venezia nei confronti di tre giovani di San Stino di Livenza, che in primo grado erano stati invece assolti per la stessa accusa. Quella di aver abusato a turno di una loro amica, la sera del 30 maggio 2010, al rientro da un motoraduno e da un giro di spritz sul litorale. Dunque il collegio giudicante (Elisa Mariani, con Maria Grazia Balletti e Priscilla Valgimigli) ha ribaltato il pronunciamento emesso nel 2014 dal Tribunale.

 Ad impugnare l’assoluzione erano stati sia il pubblico ministero Massimo Michelozzi che la Procura generale, ieri rappresentata dal sostituto pg Antonio De Lorenzi, che aveva chiesto la condanna a sette anni nei riguardi dei tre imputati: Andrea Gobbo, Federico Gobbo ed Elia Zorzetto, all’epoca 18-20enni e pressoché coetanei della ragazza, residente nel Sandonatese. Secondo quanto ricostruito nei processi, la comitiva aveva trascorso la giornata al mare, dopodiché la studentessa aveva chiesto di essere riaccompagnata a casa. Nell’auto c’era anche un quarto ragazzo, poi sentito come testimone, che ad un certo punto era però sceso. Dopo quel momento, la macchina aveva imboccato una stradina di campagna e al suo interno si era consumato lo stupro di gruppo.
La battaglia giudiziaria è stata combattuta sul discrimine del consenso a quei rapporti. Afferma l’avvocato Renzo Fogliata, difensore degli imputati: «Non li abbiamo mai negati, ma la ragazza era consenziente, come dimostrano le effusioni spinte che li hanno preceduti e che sono state confermate dal testimone. Spiace che siano stati risentiti solo lui e la parte offesa, ma non i miei assistiti, che certo non si aspettavano un esito del genere, oltretutto dopo una camera di consiglio di appena quaranta minuti. A questo punto aspettiamo di leggere le motivazioni, ma posso già preannunciare che impugneremo la sentenza in Cassazione. Parliamo di tre incensurati, che lavorano onestamente come operai e in questi anni hanno anche provato a ricostruirsi una vita». 

Quello che ha cercato di fare pure la vittima, come sottolinea l’avvocato Carmela Parziale: «Lo stupro di gruppo avvenne nell’anno della sua maturità. La mia assistita era così sconvolta che, dopo il diploma, non era più riuscita a continuare gli studi universitari. Si è laureata solo molto dopo e ora lavora nel sociale, ma ha dovuto seguire un lungo percorso psicologico e ricominciarlo alla ripresa del processo, per la sofferenza che le è costato anche il fatto di non essere stata inizialmente creduta. Dover ripercorrere quella terribile notte in aula le ha fatto molto male. I baci di quella sera? Li aveva presi per scherzi. Quando le ho telefonato per annunciarle il verdetto, è scoppiata a piangere. Sono soddisfatta nel vedere riconosciuto l’impegno di Procura e parte civile nella ricostruzione di fatti e responsabilità Ora ci sarà tempo per pensare al risarcimento danni in sede civile, l’aspetto economico è l’ultimo dei nostri pensieri». Per ora la provvisionale è di 20.000 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino