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PORDENONE - Due cugini albanesi di 32 e 35 anni, entrambi residenti in provincia di Pordenone, sono stati condannati a 6 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno per violenza sessuale di gruppo. Omettiamo le loro generalità per tutelare la vittima, una 43enne con cui entrambi avevano avuto in passato una breve relazione mantenendo poi un rapporto di amicizia. Contro i due cugini la Procura ha proceduto d'ufficio, perché la vittima dopo aver segnalato l'episodio telefonicamente alla Polizia di Stato, ha scelto di non presentare denuncia e di non costituirsi parte civile, un modo per cercare di lasciarsi alle spalle la brutta esperienza patita. Le difese hanno fortemente contestato la ricostruzione della vittima, che invece il pm Andrea Del Missier ha ritenuto credibile, tanto che per i due imputati aveva concluso con una richiesta di condanna di 10 anni di reclusione.
L'AGGRESSIONE
La vicenda risale alla fine dell'estate del 2017. Uno dei cugini accompagnò a casa la donna, poco dopo arrivò anche l'altro parente. «Era consenziente», si sono difesi. Ma lei ha raccontato una storia ben diversa. Spintonata e fatta cadere sul letto, è stata minacciata e presa per il collo fino a impedirle di respirare. «Tu pensi di fare questo a me?», sarebbe stata la reazione del 32enne che le stringeva il collo.
LA DIFESA
Gli imputati erano difesi dagli avvocati Stefano Arrigo, Claudia De Pellegrin e Isabella Cipolat Gotet. Nelle loro arringhe hanno evidenziato che si è trattato di una vicenda molto controversa, che nemmeno le testimonianze raccolte in aula avrebbero aiutato a chiarire. «Il cugino arrivato in un secondo momento nell'appartamento della vittima - hanno ricordato - era passato perché dovevano uscire insieme, tanto che in macchina ad aspettarli c'erano altri amici». Perplessità sono state sollevate sul referto medico: «Non evidenzia lesioni di alcun tipo, nemmeno da difesa». E sul fatto che la donna non ha presentato querela. Ma sono argomentazioni che non hanno convinto il collegio presieduto dal giudice Eugenio Pergola, con a latere i colleghi Iuri De Biasi e Milena Granata. Oltre alla pesante condanna, ai due imputati sono state applicate tutte le pene interdittive previste dal Codice penale.
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