TREVISO - Sulle Mura, per i quattro-cinque eventi maggiori, potrebbe arrivare troppa gente. E Suoni di Marca, manifestazione clou dell’estate trevigiana, rischia...
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A Ca’ Sugana gli uffici sono all’opera per predisporre delle soluzioni in grado di salvare un po’ tutto: i concerti e le richieste di sicurezza. La possibilità di spostare i principali concerti di Suoni di Marca in un’altra zona, come la dogana o piazzale Burchiellati, viene esclusa: complicatissimo allestire un doppio palco. Le soluzioni più praticabili sarebbero invece due. Quella più “soft” prevede una ridistribuzione degli spazi tra la parte concertistica e quella dedicata alla ristorazione. Nelle precedenti edizioni la scelta fatta è stata quella della commistione, con stand gastronomici nei pressi dei palchi allestiti per le varie serate. Quest’anno la scelta potrebbe essere diversa: netta divisione tra le due zone con gli stand gastronomici più verso le Mura, la zona musica concentrata attorno al bastione San Marco e tutta la rampa libera verso porta Santi Quaranta predisposta come grande via di fuga. La seconda ipotesi è più drastica: utilizzare il “conta-persone”, come accade per la festa in piazza dell’ultimo dell’anno, e bloccare l’ingresso al raggiungimento di una soglia di spettatori prefissata. Terza possibilità: cancellare gli appuntamenti, ma è un’eventualità cui nessuno vuole nemmeno pensare.
PREOCCUPAZIONE
Paolo Gatto (nella foto), anima e inventore di Suoni di Marca arrivata alla 29esima edizione, non nasconde una certa preoccupazione: «Non ci ha ancora chiamato nessuno - premette - ma già due mesi fa abbiamo parlato con gli uffici del Comune. Abbiamo comunque sempre affrontato tavoli tecnici di ogni genere e siamo pronti a spiegare tutto anche a Prefettura e Questura». Suoni di Marca, nel corso degli anni, ha cambiato pelle proprio per rispettare misure di sicurezza sempre più pressanti: «La manifestazione è mutata - dice - si è asciugata di molto e abbiamo rispettato tutte le prescrizioni che ci sono state date di volta in volta. Vogliamo mantenere alta la qualità del nostro programma, ma non andiamo più a chiamare i nomi più di grido del panorama internazionale o nazionale. Tendiamo a proporre qualcosa di più popolare, attingendo però sempre tra chi ha contribuito a fare la storia della musica. Cerchiamo di allestire eventi a su misura per le Mura, più contenuti, puntando su una fascia di appassionati diversa rispetto al passato. Quest’anno avremo anche un palco (lo scorso anno erano tre ndr) e qualche stand in meno. Ci siamo un po’ ridimensionati, rimango quindi sorpreso che qualcuno abbia dei timori». Però la preoccupazione c’è. Il sindaco Mario Conte e il vice Andrea De Checchi si stanno muovendo per spiegare alle autorità che tipo di manifestazione è suoni di Marca. E giovedì, in Prefettura, dovranno essere particolarmente convincenti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino