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BELLUNO - La battaglia giudiziaria per la grande villa Barozzi al civico 121 di Orzes lasciata in eredità al Comune, dopo anni di odissea giudiziaria, si avvia al capitolo finale. Una prima risposta arriva dalla Cassazione, che nei mesi scorsi ha emesso un'ordinanza rigettando il ricorso degli eredi dei fratelli Di Cola, che avevano impugnato il testamento di Nerina De Toffol a causa della non autenticità della data. Dopo anni di battaglia nelle aule giudiziarie, l'ultimo capitolo vede il Comune e Clelia Barozzi (i beneficiari dei lasciti testamentari) ancora una volta vincitori su tutta la linea. La Cassazione nella recente ordinanza non solo rigetta il ricorso di Giuliana e Daniele Di Cola che avanzano pretese sull'eredità mettendo in dubbio la veridicità del testamento, ma li ha anche condannati al pagamento delle spese: circa 8mila gli euro che finiranno nelle casse di Palazzo Rosso.
LA VICENDA
Tutto inizia quando Maria De Toffol (e dopo la sua morte i figli Giuliana e Daniele Di Cola) avanza pretese sull'eredità della sorella Nerina, ovvero la vedova di Pietro Barozzi e firmataria di un testamento.
L'ALTRO FRONTE
Un altro capitolo ancora in corso è quello relativo a una nuova causa parallela a Belluno nei confronti di Clelia Barozzi e del Comune di Belluno (avvocato Stefano Bettiol e avvocatura civica per l'ente pubblico). Un procedimento per chiedere che venga accertata la falsità del testamento di Nerina De Toffol, la vedova Barozzi. Il Tribunale di Belluno ha accolto solo parzialmente le richieste, accertando che la sola data apposta nel testamento (e non invece, come richiesto, l'intero testamento) non è autografa. Gli effetti del testamento, però, rimangono fermi. La causa è attualmente in decisione alla Corte di Appello.
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Il Gazzettino