OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
TREVISO - Pistole che balenano da sotto i giacconi, balletti in pieno centro e in mezzo alla folla, mascherine che vanno e vengono. Assembramenti in via Roma, in corso del Popolo. E poi il testo, provocatorio, urticante al limite dell'offensivo, un inno al consumo di droga, come da regola fissa per il genere trap. È tutto contenuto nel nuovo videoclip della Pluto Gang, collettivo di giovanissimi trapper, che ha scelto Treviso come sfondo della sua ultima canzone Kush. Il video diretto Axl Bon Fuentes, pubblicato su Youtube venerdì scorso, ha subito scatenato polemiche a non finire. L'esibizione di pistole in pieno centro, i comportamenti disinibiti, gli atteggiamenti provocatori fino all'eccesso, il testo ricco di volgarità, le riprese fatte in mezzo a gruppi di ragazzini assiepati in barba a ogni regola anti assembramento, sarebbero già stati sufficienti per alimentare lamentele e proteste a non finire. Ma la mancanza di autorizzazioni, l'aver fatto le riprese senza avvisare nessuno, in Comune o in Questura, ha reso ancora più delicata la questione. E del caso adesso se ne sta occupando la Digos, interessata soprattutto alle pistole: da capire se sono vere o di scena. Le segnalazioni arrivate sono state varie, tra cui quelle di un autista della Mom che, proprio mentre passava per via Roma, ha assistito a un balletto con pistole in pugno tra un nugolo di ragazzini ammassati.
IRRITAZIONE
Il video ieri è arrivato nelle mani del sindaco Mario Conte.
LA TRAMA
Il video dura poco meno di tre minuti e si svolge essenzialmente tra la stazione delle corriere e corso del Popolo, più qualche scena girata in un campetto da basket e su una strada dell'immediata periferia dove si vedono i ragazzini sporgersi dal mezzo in corsa. La trama è quella classica dei pezzi trap, genere duro che racchiude rabbia inespressa. «Soldi, soldi, sto pensando solo a quello», «La tua bitch quando mi vede sì abbaia, sono più che una canaglia»: questi alcuni passaggi del testo. E poi il comparire e lo scomparire delle pistole: esibite, puntate verso la telecamere, caricate. E tutto alla luce del giorno, nel cuore della città, in mezzo a decine e decine di minori accalcati. «Da capire se quelle pistole sono vere - spiega il sindaco - lo appurerà la questura. Il bollino rosso (che identifica le pistole giocattolo ndr) magari c'è, ma non si vede».
LA CONDANNA
Al di là di questo, il sindaco condanna il blitz della gang e non ci vede nulla di artistico: «Non hanno avvisato nessuno. Si vede che hanno girato per strada. Riprese fatte in mezzo ai ragazzini, probabilmente nel fine settimana. Difficili anche da intercettare, almeno quelle in centro. Fatte dietro un muro di gente, molto probabilmente in pochi minuti e poi tutti che si dileguano appena arriva qualcuno». Quella di Conte non è una condanna alla musica giovane: «Assolutamente no - precisa - mi fa piacere che i ragazzi facciano musica, anche quella di strada. Come Comune vogliamo creare degli spazi specifici per loro, organizzare iniziative. Ma non accetto messaggi violenti, provocatori, addirittura con la presenza e l'esibizione di armi. E per di più fatti senza avvisare nessuno».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino