All'università riprodotta in 3D una vertebra di Galileo: arrivò a Padova nel 1823, donata da medico vicentino

Galileo e la sua vertebra arrivata a Padova nel 1823
PADOVA - Un rilievo 3D ad altissima densità di punti e a risoluzione micrometrica ha reso possibile, per la prima volta, la definizione tridimensionale delle...

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PADOVA - Un rilievo 3D ad altissima densità di punti e a risoluzione micrometrica ha reso possibile, per la prima volta, la definizione tridimensionale delle caratteristiche morfologiche e morfometriche di una vertebra di Galileo custodita all'Università di Padova. Tutto questo grazie allo scanner a luce strutturata in dotazione al dipartimento dei Beni Culturali dell'ateneo. I particolari dello studio saranno resi noti lunedì prossimo proprio nella sede del Bo dell'Università padovana.

Galileo morì l'8 gennaio 1642 ad Arcetri, e il corpo fu temporaneamente sepolto nella Basilica di Santa Croce di Firenze. Circa un secolo dopo, il 12 marzo 1737, il corpo fu riesumato e sepolto definitivamente nel Mausoleo, a lui dedicato, nella stessa Basilica. Il granduca Gian Gastone de' Medici nominò una commissione per traslare il corpo di Galileo composta dai medici Antonio Cocchi e Giovanni Targioni Tozzetti, dal prelato Giovanni Vincenzo Capponi, dall'umanista ed erudito Anton Francesco Gori e dal notaio Giovanni Cammillo di Pasquale di Piero Piombanti.

La commissione, alla vista dello scheletro dello scienziato, non riuscì a resistere dal prendere qualche "reliquia". La vertebra, dopo alcuni passaggi di proprietà, arrivò al medico vicentino Domenico Thiene solo nel 1820. Alcuni anni dopo, il 2 agosto 1823, Thiene donò la reliquia all'Università di Padova.
 

 

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Il Gazzettino