VENEZIA - L'ultimo livello, quello dell'inimmaginabile, è stato abbattuto sabato scorso in un negozio di abbigliamento tra campo San Bortolomio e San Lio, dove un...
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«Non credevo ai miei occhi quando l'ho visto: è chiaro che sono state loro, probabilmente adesso saranno anche già ripartite - si lascia andare la dipendente del negozio, ancora choccata dall'esperienza vissuta - Ho dovuto prendere il secchio e pulire tutto il camerino, non so come sia possibile fare una cosa del genere e poi andarsene sorridendo».
TURISTI CAFONISe il muro della decenza è caduto definitivamente sabato nel camerino di quel negozio, la carrellata di turisti ciabattoni e cialtroni che scambiano Venezia per un luogo slegato da qualsiasi regola, inizia a farsi lunga. In rete girano le immagini di un turista in maglietta e pantaloni corti sorpreso mentre si fa la barba davanti allo specchio interno di un negozio. «Con il crescere del numero dei turisti si abbassa la qualità - ammette Stefano Croce, presidente dell'associazione Guide turistiche veneziane - Chi quindi è abituato al turismo di livello si trova in difficoltà. Gli alberghi di alto livello, nonostante l'aumentare generale di turisti, hanno un calo di presenze. Si verifica l'effetto della finestra rotta: quando ce n'è una, non è un problema romperne un'altra. A Venezia ci sono graffiti dappertutto. Si ha la sensazione di una città slabbrata dove tutto è permesso».
I PRECEDENTITra gruppi di turisti che si scambiano il cibo dai contenitori in Piazza San Marco o che mangiando sui gradini dei ponti, l'elenco è lungo. L'anno scorso una turista era stata sorpresa defecare in un confessionale degli Scalzi, mentre è di due anni fa la foto di una donna chinata su un pontile davanti a Palazzo Ducale. Nel novembre 2016 delle feci erano state trovate sotto l'altare di San Francesco della Vigna. A febbraio scorso i due turisti pizzicati a urinare sulla Basilica di San Marco e a maggio il caso simile in Marciana.
Nicola Munaro Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino