A Venezia attracca il primo yacht dopo il blocco. È del “re dei reality”

IL SUPERYACHT L’Indigo Star del tedesco Robert Geiss, protagonista di un reality show sulla sua ricchissima famiglia
L’ATTRACCO VENEZIA L’apertura dei confini ha spalancato le...

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L’ATTRACCO

VENEZIA L’apertura dei confini ha spalancato le porte anche a uno dei tipi di turismo che più spende in città, cioè quello degli yacht. Il 4 giugno è infatti arrivato in riva dei Sette Martiri Indigo Star, yacht di una quarantina di metri battente bandiera maltese con a bordo i primi “vip”. Ormeggiati a pochi passi da San Marco ci sono infatti i “Geissen”, cioè i Kardashian tedeschi. Sulla scia del popolare format del reality americano con protagonista la ricca famiglia, in Germania esistono i Geissen, capitanati da Robert Geiss, che proprio a Venezia hanno voluto fermarsi qualche giorno per godersi le bellezze della città in un’atmosfera meno pressante di quella a cui ci si era abituati. Le indiscrezioni non sono state confermate dall’agenzia Luise Adriatic, a cui si rivolgono la maggior parte degli yacht che desiderano fermarsi per qualche giorno in laguna. Il direttore Edward Pegan ha infatti rifiutato di fornire qualsiasi informazione, rifugiandosi dietro al classico “No comment” per tutelare la privacy degli ospiti. Ma i Geissen sono stati visti in città, filmati come di consueto per il reality di cui sono protagonisti. Un timido segnale di ripresa per il mercato degli yacht, che ha risentito del coronavirus. Sul tema Pegan si è invece soffermato, fornendo alcuni dati e considerazioni: «Pare che dal 15 giugno ci sarà il via libera anche per le persone da tutto il mondo. Bene, perché solo americani e russi contribuiscono al 70% del nostro fatturato. Si tratta di turisti che arrivano con jet privati sanificati, utilizzano mezzi privati e si fermano in città utilizzando hotel e ristoranti». Un turismo “alto-spendente” quindi, che rispetta i termini della sicurezza ai tempi della convivenza con il virus: «Gli equipaggi fanno verifiche periodiche così come tutti gli ospiti», continua Pegan. Il direttore dell’agenzia spiega anche la crisi affrontata: «Lavoriamo principalmente da maggio a fine settembre, un mese e mezzo è andato perso, perciò si parla di un calo del 30-40% almeno del fatturato. Sempre che non succeda qualcos’altro. Lo scorso anno di questi tempi avevamo già trattato almeno una trentina di imbarcazioni grandi, quest’anno invece questa è la prima, anche se sono arrivate in marina a Sant’Elena altre tre imbarcazioni, più piccole, da Jesolo, Spagna e Croazia». Da ultimo, Pegan spiega anche com’è cambiato il modo di lavorare, più “smart”: «Si cerca di evitare i contatti, noi, come capitaneria di porto, polizia di frontiera e gestori delle banchine utilizziamo di più la email. Prima si portavano i documenti alla dogana, ora invece la scansione e l’invio delle email è accettata».

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Il Gazzettino