Venezia, dal sogno alla realtà: promosso in serie A dopo 20 anni

VENEZIA - L'appuntamento con la storia dice Venezia e non Cittadella, il doge Bocalon riscrive il finale e da profeta in patria firma il ritorno degli arancioneroverdi in...

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VENEZIA - L'appuntamento con la storia dice Venezia e non Cittadella, il doge Bocalon riscrive il finale e da profeta in patria firma il ritorno degli arancioneroverdi in Serie A dopo vent'anni. Grandi emozioni al Penzo per l'ultimo atto della Serie B, un derby veneto tiratissimo e terminato con un 1-1 sinonimo di paradiso per un Venezia a tratti irriconoscibile e attanagliato dalla paura, ma capace in 10 contro 11 di resistere all'orgoglio di un avversario al secondo ko in tre anni dopo quello col Verona. Rispetto al primo round di domenica il Venezia presenta una novità per reparto nel suo 4-3-3: al centro della difesa torna capitan Modolo per lo squalificato Svoboda, in mediana dopo il turno di stop riecco Maleh, mentre in attacco si rivede Aramu per Johnsen nel tridente con Forte e il match winner dell'andata Di Mariano. Due le novità nel 4-3-1-2 del Cittadella dove a sorpresa in avanti manca Baldini (problemi muscolari), con Tsadjout c'è Beretta supportato alle spalle da Vita anziché Proia che scende a centrocampo, infine in difesa tocca a Perticone per Frare. Prima del via spiccano i sonori cori dei quasi 2000 tifosi lagunari all'esterno del Penzo, all'interno invece lo striscione Marco libero! sul settore Distinti-Valeria Solesin a favore della liberazione dell'imprenditore e dirigente sportivo veneziano Marco Zennaro prigioniero in Sudan. Avvio di gara molto aggressivo e falloso su entrambe le sponde, soprattutto da parte ospite tanto che al 10' Perticone è già ammonito. All'11' primo squillo mancino di Aramu con Kastrati attento, come Mäenpää al 13' sul colpo di testa di Tsdjaout e di nuovo Kastrati sull'analogo tentativo di Forte. Sempre Di Mariano fa ammonire pure Ghiringhelli, sembra un assist ai padroni di casa per insistere sulla loro sinistra ma così non è.

 


Al 24' niente male lo spunto di Tsadjout che trova pronto Mäenpää sul diagonale teso. L'azione si rivela il preludio del vantaggio padovano due minuti dopo: Iori taglia un ottimo pallone verso il cuore dell'area, Ceccaroni sbaglia lasciandola passare e Proia si inserisce anticipando Molinaro e Mäenpää scrivendo lo 0-1. Il Venezia si ritrova ad inseguire per la 18. volta in 43 partite stagionali, Di Mariano si accentra al 34' trovando dal limite solo la schiena di Adorni, subito dopo però doppia follia di Mazzocchi che si becca due gialli in 38 (giù Proia e Donnarumma) lasciando i suoi in inferiorità numerica per quasi un'ora di gioco. Zanetti è costretto a correre ai ripari inserendo il terzino Ferrarini e sacrificando Aramu, al 44' ci riprova Tsadjout di testa senza inquadrare lo specchio, Ghiringhelli da fuori impegna Mäenpää e si va al riposo su un buon risultato che tuttavia ancora non basta al Cittadella.

Venezia in serie A


Come nella semifinale di Lecce il Venezia è costretto a mettersi l'elmetto per reggere il presumibile assalto dei padovani a caccia del bis. I granata spingono a pieno organico collezionando corner così Zanetti cerca freschezza inserendo Fiordilino e Johnsen. Al netto di qualche palla vagante di occasioni non ce ne sono, Venturato getta nella mischia Gargiulo, Pavan, Frare e al 22' Orsato sanziona Modolo per una simulazione inesistente, poiché Donnarumma lo strattona in area ma il Var tace. Il Venezia passa al 5-3-1, il Cittadella ha ormai tutti gli avanti in campo eppure ha perso campo, vigore e lucidità, a differenza dei lagunari finalmente più ficcanti in contropiede. Il cerchio si chiude al 48', Maleh da sinistra mette dentro e il veneziano Bocalon con un tocco sotto firma l'1-1 della gloria chiamata Serie A.

 

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Il Gazzettino