Venezia, Rialto: le Fabbriche della Pescheria diventeranno un "Urban Center"

Venezia, Rialto: le Fabbriche della Pescheria diventeranno un "Urban Center"
VENEZIA - Venezia avrà il suo Urban Center? Si tratta di un'iniziativa virtuosa promossa dall'Associazione Architetti Veneziani e presentata ieri, presso lo spazio...

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VENEZIA - Venezia avrà il suo Urban Center? Si tratta di un'iniziativa virtuosa promossa dall'Associazione Architetti Veneziani e presentata ieri, presso lo spazio Micromega Arte e Cultura, in campo San Maurizio, e che riguarda il progetto di recupero delle Fabbriche della Pescheria di Rialto. Il ruolo dell'architetto non è solo quello di progettare ma di unire mestiere e passione, sensibilità ed esperienza.

Rialto, le Fabbriche della Pescheria diventeranno un "Urban Center"

Massimo Bergamini, Roberto Cesarin, Odino Dell'Antonio, Pietro Mariutti e Matteo Pandolfo hanno scelto come committente la cittadinanza stessa per dare un contributo concreto e disinteressato con la proposta di recupero di un fabbricato di proprietà pubblica, chiuso da decenni. Nel corso dell'incontro è stato fatto presente che a Venezia, dove vige da anni la sola legge del massimo sfruttamento dell'industria turistica e non vi è interesse ad una visione di città viva, quelli che erano gli spazi di relazione, i campi e i campielli, dove avveniva l'integrazione sociale, sono ora invasi da plateatici di ogni dimensione e la realtà urbanistica di Venezia, citata a modello per la sua conformazione storica di spazi pubblici, semi pubblici e privati, ne risulta profondamente snaturata.

È in quest'ottica che deve essere inteso il progetto per il riuso di questi edifici, anche allo scopo di risarcire la collettività di questi spazi di relazione oramai sottratti ai cittadini. I cinque architetti, che hanno curato l'idea pubblicata nel Quaderno 8 dell'Associazione, puntano al riutilizzo del piano primo delle due fabbriche denominate della Pescaria e della Beccaria, attualmente non utilizzate e la cui superficie lorda complessiva al piano primo, disponibile per l'intervento, è pari a circa 1040 metri quadrati, compresa la grande loggia in affaccio sul Canal Grande.

Questa localizzazione baricentrica, rispetto alla città, potrebbe trasformarsi nel posto ideale d'incontro dove parlare di: rigenerazione urbana, promuovere cultura, allestire mostre temporanee per artisti veneziani e artigiani con piccoli laboratori, realizzare seminari e conferenze, concepire sostanzialmente uno spazio pubblico aperto, vivibile e accogliente, che può contribuire alla tenuta sociale della città rinsaldando i rapporti tra le persone.
Gli architetti non puntano solo alla soluzione polifunzionale del distributivo interno dei due edifici ma propongono anche la sagoma della passerella sospesa, una sorta di ponte come si edificava già in tempi passati per collegare edifici adiacenti, siano essi sospesi su calli o rii.

Per l'aspetto esterno, visibile, della passerella, sono state invece ipotizzate tre diverse soluzioni. Massimo Bergamini propone il concept Lanterna, la sua idea progettuale trova ispirazione nelle lanterne veneziane dei palazzi e nei giochi di luce che illuminano la città nelle ore notturne; Matteo Pandolfo presenta Connessioni, un simbolico reticolo di congiunzioni fra le varie parti della città e il nuovo centro delle relazioni cittadine; Odino Dell'Antonio con Caleidoscopio vuole sorprendere i visitatori utilizzando il colore bronzo dorato della passerella, a richiamare i colori del gonfalone di Venezia.

Tra i presenti all'incontro c'erano anche Giovanni Salmistrari (presidente Ance Veneto), Roberto Turiddu Pugliese (consigliere di Municipalità) e Alberta Baldin (consigliere Ordine degli architetti).

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Il Gazzettino