Portano la bara in gondola, multati perché manca una carta

Il tradizionale "ultimo viaggio in gondola" di un defunto, in una foto d'archivio
VENEZIA - Hanno multato i vivi, perché il passeggero era ormai morto, altrimenti chissà se avrebbero sanzionato pure lui. Succede tutto il primo ottobre scorso,...

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VENEZIA - Hanno multato i vivi, perché il passeggero era ormai morto, altrimenti chissà se avrebbero sanzionato pure lui. Succede tutto il primo ottobre scorso, quando quattro gondolieri decidono di portare in cimitero con la gondola la salma di Ettore Pagan, presidente dell’associazione benefica “Biri Biri”, scomparso improvvisamente all’ospedale Civile dopo una breve malattia. Soci ed amici avevano affollato la chiesa dei mendicanti, all’ospedale. A esequie terminate, la decisione: la bara caricata sulla gondola e via con le prime remate verso il cimitero di San Michele. A poppa Vittorio Orio, coadiuvato da Vito Redolfi Tezzat, Giuliano Pagan e Bullo. Una vecchia tradizione veneziana diventata un onore, quella di portare in barca al cimitero i veneziani meritevoli, legati alla laguna, alle regate e alle sue usanze. Soprattutto coloro che si erano spesi per mantenere le tradizioni lagunari. 

 
Così era Ettore Pagan, anima delle due regate targate Biri Biri: la regata del secolo e la regata mista. Per questo i suoi amici avevano deciso di portarlo in gondola fino al cimitero, seguiti dalla lancia di un’impresa funebre del centro storico, dove viene sepolto. La sorpresa arriva il giorno dopo, quando la polizia municipale telefona a Vittorio Orio, il “conducente” della gondola, avvertendolo di aver redatto un verbale nel quale gli veniva contestato il trasporto non autorizzato della bara con il morto. Questo servizio, infatti, è solo comunale e dato in concessione alle agenzie di pompe funebri; in caso di trasporto diverso, come in una barca a remi, la stessa agenzia deve avvertire il Comune. 

Così non è stato, ed ecco che Orio si è trovato una multa di 77 euro da pagare, tra sanzione e pratiche amministrative. La contravvenzione però è stata pagata (sabato scorso) dall’allora segretario della “Biri Biri”, Francesco Orlando, ieri diventato presidente dell’associazione benefica. «Per carità se eravamo fuori norma era giusta questa sanzione – commenta Orio – però in certi casi la burocrazia dovrebbe lasciare il passo al buon senso. Portare in barca un veneziano è un’usanza veneziana, che dovrebbe essere superiore a qualunque norma, perché è cosa nostra, che proviene dalla nostra storia e dai secoli». «La Biri Biri ha ritenuto di pagare in prima persona la sanzione – spiega Orlando – A Ettore, quanto è accaduto al suo funerale, non sarebbe piaciuto e questa è stata come un’offesa nei suoi confronti. Una mancanza di delicatezza, di sensibilità, che polizia municipale e lo stesso Comune potevano dimostrare».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino