Appello per l'accessibilità: «Rampe fisse sui ponti, Venezia per tutti»

Appello per l'accessibilità: «Rampe fisse sui ponti, Venezia per tutti»
VENEZIA - Venezia accessibile: molto è stato fatto, più di quello che forse comunemente viene percepito, ma evidentemente ci sono altre sfide da vincere. A partire...

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VENEZIA - Venezia accessibile: molto è stato fatto, più di quello che forse comunemente viene percepito, ma evidentemente ci sono altre sfide da vincere. A partire dal rendere definitive le rampe sui ponti delle Zattere e a Castello, introdotte grazie alla Venice Marathon e via via prorogate per periodi sempre più lunghi, ma per le quali manca ancora il passo decisivo a superare la provvisorietà imposta dai permessi a tempo della Soprintendenza. Dell’accessibilità in centro storico per disabili, genitori con passeggini, anziani col bastone o il carrello della spesa, bambini e ragazzini con zaini gonfi di libri per la scuola e, perché no, anche dei turisti con i trolley, si è discusso ieri, alla Scoletta dei Calegheri, in un affollato incontro che ha fatto il punto sul percorso in atto per eliminare o comunque ridurre gli ostacoli e gli impedimenti che si frappongono sul cammino di chi fa più fatica a spostarsi tra gli spazi, unici, della città. Moderati dal capo dell’edizione di Venezia e Mestre del Gazzettino, Tiziano Graziottin, ne hanno parlato Valeria Tatano, docente allo Iuav che ha presentato il suo “Atlante dell’accessibilità urbana a Venezia” e Stefano Maurizio, l’architetto progettista delle nuove rampe che presto dovrebbero sostituire le attuali quattro delle Zattere, con strutture più eleganti dove i tubi innocenti e la moquette lasceranno posto a parapetti in acciaio e una pavimentazione in resina capace di meglio richiamare i masegni su cui s’ineriscono.

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A promuovere l’incontro è stato il Comitato per l’accessibilità di Venezia la cui coordinatrice Valentina Paulon, in apertura, ha rivolto un appello proprio in merito alle rampe che alle Zattere possono essere usate da settembre a giugno e a Castello d’inverno: «Le rampe devono essere viste come un normale elemento di arredo urbano, alla stregua di una panchina. Ci auguriamo che i tempi siano maturi per superare il criterio dell’accessibilità temporanea». Un assist colto al volo dall’assessore all’Urbanistica e alla Città sostenibile Massimiliano De Martin. «La provvisorietà delle passerelle non è una decisione dell’Amministrazione che, anzi, in alcuni casi le ha prorogate – ha ricordato - Intanto gli uffici stanno aggiornando il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Il lavoro che è stato fatto per il centro storico dev’essere replicato per tutto il territorio comunale, dagli arenili dove pensiamo debba essere garantita la fruibilità per tutti, ai servizi per la mobilità e gli impianti sportivi. Creare una sensibilità all’accessibilità è ancora più importante che applicare una norma».
L’Atlante della prof. Tatano fa il punto dei moltissimi interventi realizzati in città negli ultimi 20-25 anni, quando le battaglie per una Venezia alla portata di tutti sono nate grazie anche alla pressione di rappresentanti dei disabili che molto hanno contribuito a cambiare la cultura, come Giampaolo Lavezzo, Roberto Bressanello e Lyde Posti Cuneo. Dieci le azioni positive riassunte da Tatano nel suo libro: «Dal miglioramento dei mezzi di trasporto alla sistemazione dei ponti con i corrimano, i sistemi di sollevamento meccanici, le rampe, gli scivoli e i gradini agevolati. E, poi, il superamento dei piccoli dislivelli, la protezione delle rive e il miglioramento della segnaletica. Di ponti accessibili oggi ce ne sono una cinquantina, il Solesin ne è il simbolo». Certo, restano tante criticità, su tutte la totale inacessibilità dei quattro ponti sul Canal Grande così come pesa il clamoroso fallimento dell’ovovia su quello di Calatrava che, ha evidenziato Tatano, «forse offusca quanto di positivo è stato fatto, ma va evidenziato come Venezia sia talmente delicata che non c’è un codice, un manuale guida con cui muoversi. Tutto deve essere ogni volta pensato, progettato ex novo, concordato con la Soprintendenza e accettato dai cittadini».
TEMA CALDO

Non poteva, infine, mancare un riferimento al progetto dell’Autorità portuale per il rifacimento del ponte Molin a San Basilio, per cui l’iter rischia di arrestarsi. «È un ponte fondamentale e va rifatto perché è pericolante. Finora sono state eseguite sette revisioni in Soprintendenza, ripartire da capo porterebbe probabilmente a ricostruirlo così com’è. Noi sosteniamo il progetto e chiediamo che si vada avanti speditamente», ha sostenuto Paulon.
Alvise Sperandio 
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Il Gazzettino