Venezia, tanti turisti ma pochi affari nei negozi: «La gente non ha soldi»

I negozianti: vanno solo dai cinesi o nei "tutto a 1 euro"

Venezia, tanti turisti ma pochi affari nei negozi: «La gente non ha soldi»
VENEZIA - Un turismo a perdere, ma comunque è sempre turismo. In queste parole si può condensare il rapporto tra il notevole flusso turistico del weekend pasquale e...

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VENEZIA - Un turismo a perdere, ma comunque è sempre turismo. In queste parole si può condensare il rapporto tra il notevole flusso turistico del weekend pasquale e gli affari economici dei commercianti del centro storico. Di turismo sicuramente ne hanno beneficiato i bar ed i ristoranti, molto meno gli altri esercenti. D'altronde, bastava osservare con attenzione i grandi flussi dei visitatori: ben pochi portavano con sé buste o sacchetti degli acquisti, a meno che non si trattasse di confezioni di cibo da asporto. Dalla zona di San Marco fanno sapere che in questi due giorni le vendite hanno raggiunto al massimo il 40 per cento di quanto veniva registrato prima della pandemia. Ieri mattina, le zone così dette periferiche, quelle non attraversate alla fiumana di turisti, hanno contato parecchi negozi chiusi nelle zone di Madonna dell'Orto, Celestia e San Francesco della Vigna, aree solitamente precluse al turismo di massa.


AL RISPARMIO
I commercianti devono aver considerato inutile tenere aperti gli esercizi, ed hanno rispettato la Pasquetta, magari pensando ad una gita fuori da questa Venezia intasata di gente e dai trasporti acquei difficoltosi. In Strada Nuova, probabilmente la direttrice più frequentata, erano aperti i negozi di abbigliamento e di specialità artigianali veneziane, oltre agli immancabili Tutto a un euro, questi sì assai visitati. Chiusi, invece, i negozi di vicinato e le gioiellerie. «C'è stata molta gente in giro - commenta Francesca, titolare del negozio di abbigliamento per bambini Al Pupo, a Santa Fosca -. Si vede però subito che questi turisti vanno al risparmio e non sono intenzionati a spendere. Tuttavia la buona notizia è il ritorno di turisti internazionali, anche d'oltreoceano, come una coppia messicana entrata a comprare. Considerati i mesi che abbiamo vissuto, non ci si può lamentare troppo. Fanno affari solo i cinesi con la loro merce da poco ed i loro prezzi ridicoli». «Oggi è stata una giornata disperata - raccontano da Herg Impianti, negozio di ramo d'azienda che vende vetri di Murano -. Ci sono botteghe di cinesi ovunque. Dovrebbe esserci una distanza prevista per norma tra negozi dello stesso tipo di merce. In questo modo lavoreremmo tutti».
«Alti e bassi - riferiscono da Lo Scrigno d'Argento di sicuro c'è una forte sproporzione tra il flusso di visitatori e gli affari dei commercianti». «Giornate di forte delusione - conferma Marco, dal negozio di scarpe da trekking Febos -. Questo turismo basta appena per far fronte alle spese vive dell'esercizio. Diciamo che le vendite rappresentano l'1 per cento del numero dei turisti di passaggio. Per fortuna questo marchio è una catena commerciale, altrimenti il gioco non varrebbe la candela».


«MANCANO I VERI TURISTI»
Maila, di Primadonna Collection: «Tanta gente ma con pochi soldi in tasca - rispondono dallo Studio d'arte Vio -. Grandi numeri di presenze, ma il vero turismo non è ancora arrivato. Il nostro è un brand conosciuto, perciò questo weekend pasquale non è stato negativo. Non ci possiamo lamentare». Valentina, dello storico negozio di abbigliamento Mori & Bozzi, in attività da almeno trent'anni: «Questi non sono turisti, ma solo una massa di gente che nei giorni di Pasqua ha fatto una gita fuori porta a Venezia. Anche gente maleducata, che ha lasciato ovunque bicchieri di plastica e vassoi da take-away. Il vero turista non è ancora arrivato».


Conclude Marco Ardit, titolare dell'omonima tabaccheria: «A noi è andata bene, molti hanno comprato sigarette e gratta&vinci. Sono andati bene anche i souvenir a basso prezzo ed i coltelli. Purtroppo manca ancora il turista americano, capace di comprare un set di pipe con tabacchi annessi. Fino a prima della pandemia, andavano bene anche i modelli di famose macchine da corsa, ma ora questa clientela non c'è più, o comunque non ancora. Ad ogni modo, oltre ai clienti locali, questo gran passaggio è finalmente una garanzia».


 

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Il Gazzettino