Infortunio mortale in Fincantieri: pignorata nave da crociera

Infortunio mortale in Fincantieri: pignorata nave da crociera
VENEZIA - Pignorata la "Regal Princess", la lussuosa nave da crociera che il cantiere di Monfalcone (Go) della Fincantieri dovrebbe consegnare a Princess Cruises la prossima...

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VENEZIA - Pignorata la "Regal Princess", la lussuosa nave da crociera che il cantiere di Monfalcone (Go) della Fincantieri dovrebbe consegnare a Princess Cruises la prossima primavera. La clamorosa iniziativa giudiziaria è opera dei parenti di un operaio, Vincenzo Castellano, 36 anni, originario di Napoli, rimasto coinvolto in un grave incidente sul lavoro verificatosi nel 2002 nella sede di Marghera della Fincantieri, deceduto nel 2008, dopo sei anni di agonia.




Lo scorso ottobre, a conclusione del processo penale per omicidio colposo, il Tribunale di Venezia ha condannato nove persone, ritenute responsabili dell’infortunio mortale, a 10 mesi di reclusione ciascuna e al pagamento complessivo di una provvisionale pari a circa un milione e 200mila euro, un anticipo sul risarcimento dovuto alla madre e ai fratelli della vittima. Ieri mattina i legali della famiglia, gli avvocati Diroma, Tesser e Torrella, si sono recati alla Fincantieri di Monfalcone assieme ad un ufficiale giudiziario e hanno pignorato la nave.



Sulla lite, la Fincantieri dichiara in una nota «di aver già versato al signor Vincenzo Castellano e ai suoi familiari, in forza di una provvisionale esecutiva emessa sulla base di una pronuncia di 1. grado, la somma di circa 2,2 milioni di euro. E in corso del giudizio di appello, la sentenza, con la relativa provisionale, è stata annullata a causa del sopraggiunto decesso del lavoratore e il nuovo processo si è chiuso in primo grado con la condanna della società al pagamento di una provvisionale di circa 1,1 milioni di euro».



«Allo stato attuale - sostiene Fincantieri - la società risulta aver versato un ammontare superiore a quello fissato dalla seconda pronuncia, e pertanto è creditrice». Fincantieri precisa «di non essersi mai sottratta dall'onorare i propri debiti, né tanto meno di volerlo fare una volta che sarà definito il complessivo quadro risarcitorio».
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Il Gazzettino