Si sente un botto improvviso e forte: crolla un pezzo della storica chiesa

VENEZIA Un'arcata della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo si è staccata improvvisamente
VENEZIA - Crollano tre archi gotici dal cornicione più alto della basilica dei Santi Giovanni e Paolo che finiscono sul tetto sottostante, sempre della basilica, e spostano...

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VENEZIA - Crollano tre archi gotici dal cornicione più alto della basilica dei Santi Giovanni e Paolo che finiscono sul tetto sottostante, sempre della basilica, e spostano le tegole che rimangono pericolosamente a penzoloni sopra il campo.

 

Le chiese di Venezia sembrano “sbriciolarsi” in questi giorni: tutte accusano, chi al campanile e chi ai cornicioni, qualche problema murario. Ieri il forte “botto” si è sentito verso le 13.20 nel campo dei Santi Giovanni Paolo, uno dei più ampi e attraversati della città. A dare l’allarme sono stati i clienti e i camerieri dei bar, in particolare quelli di Rosa Salva, che si trova proprio sotto l’area interessata dal cedimento. «Abbiamo sentito un  forte rumore e ci siamo spaventati - ha raccontato un avventore - poi abbiamo guardato in alto e ci siamo accorti che erano crollati quasi tre archi». Nessun calcinaccio o tegola è fortunatamente finito a terra, i resti degli archi, distaccati dal cornicione più alto, si sono fermati sul tetto più basso della basilica. Per l’impatto però, le tegole di quest’ultimo si sono spostate e scivolate verso il basso, tanto che ora penzolano minacciose, rischiando di cadere sul campo da un momento all’altro. «Abbiamo messo una sedia, per segnalare il pericolo - spiega un cameriere di Rosa Salva - e avvertito subito il parroco». Dalla canonica è infatti uscito fra Angelo Preda, che ha subito chiamato la Soprintendenza e la ditta che aveva eseguito i lavori al tetto del tempio solo due anni fa. «Ho chiamato l’architetto che nel giro di pochissimo è arrivato - sottolinea il sacerdote - e a sua volta ha chiamato gli operai che hanno messo in sicurezza la zona». Il cornicione a rischio si trova anche sopra ad uno degli ingressi laterali della chiesa e sopra alla “Scuola del Nome di Gesù”, il piccolo edificio con costruzione rettangolare annesso al complesso della basilica. Per questo, tutta l’area è stata subito transennata.
BASILICA “BLINDATA”

A tempo di record gli operai hanno circondato tutta la facciata della basilica nel campo con una recinzione di transenne e teli. Un cantiere con cartelli che indicano il pericolo e vietano l’accesso. «Fortunatamente in parrocchia avevamo un ponteggio che ci era stato donato qualche anno fa da una delle ditte edili - prosegue Preda - così gli operai hanno potuto agire subito. Ci siamo preoccupati, si tratta della parte di basilica che si affaccia sul campo in cui passano molte persone». Il frate ricorda che i restauri al tetto si sono conclusi solo un paio d’anni fa. «I lavori di copertura erano stati finanziati dal Ministero e svolti dalla ditta che ora abbiamo contattato e speriamo in un intervento d’urgenza, naturalmente è tutto assicurato». Oggi gli operai della ditta saliranno sul tetto per capirne di più. Negli ultimi anni la basilica ha avuto più interventi grazie a finanziamenti ministeriali e privati, come quelli di “Save Venice”. «Tra poco - auspica il parroco - dovrebbero partire anche i restauri sulla vetrata del Vivarini». A lanciare l’allarme sul grande “dipinto di luce” rovinato a causa del tempo e dell’incuria, nella basilica, era stato “Il Gazzettino” nel 2013, che già allora aveva segnalato il pericolo dell’usura peri monumenti artistici.
Giorgia Pradolin
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino