TREVISO - Cambiamenti climatici inevitabili a cui bisognerà adattarsi. In trent'anni le temperature sono salite di 1,5 gradi. E il mare Adriatico si è innalzato...
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TREVISO - Cambiamenti climatici inevitabili a cui bisognerà adattarsi. In trent'anni le temperature sono salite di 1,5 gradi. E il mare Adriatico si è innalzato di 13 centimetri. Autunni così caldi aprono anche le porte a uno slittamento della stagione turistica.
Sono questi i punti toccati da Francesco Rech, esperto dell'unità di Meteorologia e climatologia del dipartimento regionale per la sicurezza del territorio dell'Arpav, intervenuto ieri al convegno InContro Clima a palazzo dei Trecento, promosso dal collegio agrotecnici e agrotecnici laureati di Treviso.
Rech ha fatto il quadro degli effetti dei cambiamenti climatici sulla Marca e sul Veneto. «L'incremento delle temperature è il fenomeno più evidente. Il trend è di 0,52 gradi ogni decade. Negli ultimi trent'anni c'è stato un aumento di 1,5 gradi. A livello globale si parla di contenere l'incremento al di sotto di 1,5 gradi, ma dall'inizio dell'era industriale. Qui registriamo un elevatissimo incremento delle temperature. Ed è indubbiamente problematico». Questo ottobre particolarmente caldo è una novità: «Le temperature sono fuori media. E questo ha effetti anche sull'agricoltura. Basta pensare gli insetti. Le gelate riequilibravano queste popolazioni. Ne registriamo ancora, ma la loro scansione è cambiata».
Altro problema: la siccità. «Sul fronte pioggia abbiamo siccità, piene, eccessi di precipitazioni e precipitazioni di elevata intensità, quelle che vengono chiamate bombe d'acqua.
IL FUTURO
Tutto questo sta cambiando il nostro panorama, l'esperto lo spiega bene. «Gli impatti - osserva - sono pensatissimi sul nostro territorio. Il livello dell'Adriatico è salito di 13 centimetri nell'ultimo secolo». Le soluzioni, secondo Rech, non sono semplici: «Servono interventi innovativi. A partire da un'accurata gestione della risorsa acqua. Ma potrebbero esserci anche lati positivi, come avere la possibilità di diffondere colture diverse. Oppure pensare a un allungamento della stagione turistica, vista la tendenza ad avere più caldo in questa stagione e più freddo all'inizio della primavera. Bisognerà riadattarsi».
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Il Gazzettino