La ripresa accelera, boom della produzione: +34% sul 2020, Vicenza provincia più lanciata

La produzione veneta riparte
VENEZIA - Dopo il rimbalzo d'inizio anno, ora la ripresa prende velocità. Con la sua indagine sulla congiuntura dell'industria manifatturiera nel secondo trimestre,...

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VENEZIA - Dopo il rimbalzo d'inizio anno, ora la ripresa prende velocità. Con la sua indagine sulla congiuntura dell'industria manifatturiera nel secondo trimestre, Unioncamere Veneto tratteggia l'immagine di un treno che ha ricominciato a correre, malgrado sui binari anche internazionali si frappongano ostacoli quali la variante Delta e le relative restrizioni, la campagna vaccinale ancora parziale, il rincaro del prezzo del petrolio e delle materie prime, a volte perfino introvabili. Rispetto allo stesso periodo del 2020, nel 2021 la produzione aumenta del 34%: «Fin troppo facile, ripensando all'anno nero del Covid? No, perché questo non succede in tutta Italia. Va così dove a tirare sono le locomotive del sistema-Paese», rivendica il presidente regionale Mario Pozza, affiancato dal responsabile berico Giorgio Xoccato in una Vicenza (la sede prescelta è un omaggio alla provincia più esportatrice) che sfiora il +40%.

GLI INDICATORI

Condotta su un campione di quasi 2.000 imprese con almeno dieci addetti, distribuite in undici settori e appartenenti a due classi dimensionali, la rilevazione illustrata da Antonella Trevisanato si inserisce sullo sfondo delle stime di Prometeia, che per il 2021 indicano un incremento del Pil pari a+5,9%, grazie al rialzo della domanda interna (+6,4%), dei consumi delle famiglie (+4,2%), degli investimenti fissi lordi (+16%) e delle esportazioni (+12,3%). Il rimbalzo della produzione industriale notato fra gennaio e marzo prosegue fra aprile e giugno, tanto che il primo semestre segna un +23,1% rispetto allo scorso anno, che aveva patito un -8,6%. Non a caso il grado di utilizzo degli impianti raggiunge il 76%.
Tutti gli indicatori sono in crescita, sia rispetto al trimestre precedente, sia nel confronto con la media del 2019 e dunque con il livello pre-pandemia. La produzione segna, rispettivamente, +5% e + 8,4%. Ordini interni: + 7,1% e +7,4%. Ordini esteri: +8,1% e + 11,9%. Fatturato: +6,6% e +14,6%.

I SETTORI

Sul piano settoriale, i comparti che recuperano in maniera più rilevante sul 2019 sono l'alimentare e bevande (+27%), favorito dalle riaperture di bar e ristoranti; le macchine elettriche ed elettroniche (+20,1%); le altre imprese manifatturiere, che includono la farmaceutica e la chimica (+17,3%); il legno e mobile, che risente degli incentivi per le ristrutturazioni (+12,8%); le macchine e gli apparecchi meccanici (+8,7%); i metalli e prodotti in metallo (+4,8%); i mezzi di trasporto (+0,6%). 
Mostrano invece ancora difficoltà la carta e stampa (-1,7%); il tessile e abbigliamento, penalizzato anche dai problemi nelle catene di fornitura che hanno portato all'interruzione di alcune linee produttive (-7,2%); il marmo, vetro e ceramica (-12,1%); la gomma e plastica, che paga la consistente riduzione dell'interscambio commerciale con l'estero (-19,4%).

LE PROSPETTIVE

In vista dell'autunno, le prospettive sono di un ulteriore e forte miglioramento. Quasi la metà degli imprenditori interpellati, infatti, prevede un aumento della produzione nel corso dell'estate. Andrà tuttavia valutato l'aspetto dell'occupazione. I dati diffusi dall'Inps sulla cassa integrazione «segnalano l'inconfrontabile aumento delle ore autorizzate iniziato con il picco di aprile 2020», annota Trevisanato, anche se nel secondo trimestre di quest'anno sono state 55,4 milioni a fronte dei 194 concesse allora. 


A questo proposito Unioncamere Veneto osserva che l'impatto delle misure attuate dal Governo per contenere gli effetti del Covid-19, come appunto l'estensione del ricorso agli ammortizzatori, il blocco dei licenziamenti e i sostegni economici a famiglie e imprese, «hanno portato ad una sorta di parziale congelamento del mercato del lavoro così come delle realtà produttive».


 

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Il Gazzettino