Riparte l’industria metalmeccanica, ma non si trovano operai: «Li cerchiamo in Sicilia»

Cercasi metalmeccanici: non si trovano
LA RINASCITA BELLUNO - «Siamo alla ricerca forsennata di persone ma facciamo fatica a trovarle». Il settore dell’industria metalmeccanica sta vivendo un periodo...

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LA RINASCITA
BELLUNO - «Siamo alla ricerca forsennata di persone ma facciamo fatica a trovarle». Il settore dell’industria metalmeccanica sta vivendo un periodo d’oro. Ci sono aziende, in Valbelluna, che negli ultimi mesi hanno assunto più di cento dipendenti e che continuano a ricercare personale per far fronte agli ordini sempre maggiori. Il problema è che a Belluno la manodopera scarseggia. Così, tramite le agenzie interinali, la ricerca supera i confini provinciali e regionali riuscendo a far gola anche a persone residenti in Sicilia. 



LA CRESCITA
«Il rimbalzo è stato più che positivo – spiega Stefano Bona, segretario generale Fiom – In Costan ci sono più di 1300 dipendenti, erano 1200 fino all’anno scorso, e raccolgono ordini che consegneranno nel 2022. Ma tutte le aziende stanno cercando personale». Insomma, un semestre come non si vedeva da tempo. Dal periodo pre-covid, almeno, anche se alcune realtà sono riuscite a fare addirittura meglio. Lo sblocco dei licenziamenti, a queste condizioni, ha avuto un impatto pari a zero e la tendenza è contraria. Nessuno viene lasciato a casa. Si cerca personale e si fa fatica a trovarlo. 

LA TESTIMONIANZA
Al punto che, secondo Michele Faggioli, amministratore unico della Sest Limana del gruppo Lu-Ve, i dipendenti delle due aziende locali che rischiano la chiusura (Acc e Ideal Standard) verrebbero assorbiti senza problemi: «Parliamo di qualche centinaio di persone e il sistema ne chiede migliaia. Lo stesso discorso vale per gli spazi: ci sono tante aziende alla ricerca di capannoni e lì sono grandi, cominciamo ad utilizzarli». La Sest, leader europeo nel campo della refrigerazione e del condizionamento, ha avuto una crescita esponenziale. «È cominciata a inizio anno – racconta Faggioli – ed è spasmodica perché nel mercato si è creato il panico per la mancanza di materiali e componenti. Quindi c’è la corsa a prenotare volumi che poi magari non sono giustificati, come quando è scoppiata la pandemia e tutti sono andati al supermercato a fare razzia». Da gennaio sono state assunte circa 30 persone ed entro settembre l’azienda dovrà inserirne altre 25. Una necessità legata alla crescita importante degli ultimi mesi che chiede ora un’adeguata capacità di risorse produttive disponibili. Siccome a Belluno è difficile trovarne, lo sguardo si sposta oltre confine. «Le società interinali – confida l’amministratore unico di Sest – non sanno più dove cercare perché non si trova nessuno. Noi stiamo portando a Belluno persone che arrivano dalla Sicilia e da altre regioni con tutte le difficoltà che questo comporta, ad esempio l’alloggio. Come azienda ci stiamo muovendo per dargli supporto ma su questi temi dovrebbero scendere in campo gli industriali insieme alle istituzioni. O tutto il sistema si muove o rischiamo di compromettere la ripresa». È chiaro. Le aziende stanno cavalcando un’onda da cui non vogliono rischiare di cadere all’improvviso. La Sest ha addirittura superato i livelli pre-covid. «Stiamo crescendo molto – conclude Faggioli – Oggi la situazione è influenzata dal panico nei mercati ma sono convinto che continuerà per qualche anno, magari non con questa intensità». 
I SINDACATI

Quando un settore raggiunge determinati livelli, quelli in cui le aziende continuano ad assumere per far fronte al lavoro in eccesso, il potere contrattuale dei sindacati si rafforza. «Ci auguriamo – sottolinea Stefano Bona, Fiom Belluno – che questa situazione possa avere ricadute positive anche sui premi di risultato dei dipendenti e su tutto ciò che ne deriva. Ai lavoratori viene ed è stato chiesto un impegno importante. Aggiungiamo il caldo che c’è ora e la mascherina, perciò se li meritano».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino