Concludendo gli stati generali dell'emigrazione veneta nel mondo, nell'ottobre scorso l'assessore Manuela Lanzarin aveva dato l'annuncio: «Dal 2019 al 2021...
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I COSTILa legge regionale in materia punta infatti «da un lato, a favorire e facilitare il rientro e l'inserimento nel territorio regionale di cittadini veneti emigrati all'estero nonché dei loro discendenti, e dall'altro a garantire a favore delle collettività venete all'estero il mantenimento dell'identità veneta e lo sviluppo della conoscenza della cultura di origine». Per questo un primo provvedimento riguarda il rimborso delle spese sostenute per il viaggio, il trasporto delle masserizie e la prima sistemazione in Veneto. A presentare le domande possono essere cittadini italiani che siano nati o abbiano vissuto per almeno tre anni sul territorio regionale e che siano rimasti all'estero per non meno di cinque, nonché i loro vedovi, figli, nipoti e pronipoti. I contributi potranno sostenere i costi del viaggio attraverso mezzi pubblici e privati; del trasporto di oggetti personali, vestiario, arredo, mobilia ed attrezzature varie; del canone di locazione e delle bollette di luce, acqua e gas. Per ogni famiglia la sovvenzione non potrà superare i 5.000 euro, mentre le scadenze sono fissate al 31 luglio per il primo riparto e al 31 ottobre per il secondo.
I SOGGIORNIMa se questi sono rientri concepiti per essere definitivi, una seconda linea di erogazione riguarda invece i soggiorni temporanei. Ulteriori 40.000 euro sono infatti dedicati ai progetti promossi da enti locali, istituzioni, associazioni culturali e del mondo dell'emigrazione, mirati «a dare la possibilità di visitare la terra d'origine a cittadini veneti emigrati e ai loro discendenti, di età pari o superiore ai 65 anni, che non possiedono le sufficienti disponibilità economiche per sostenere i costi del viaggio». Commenta l'assessore Lanzarin: «Il fenomeno migratorio ha profondamente segnato la storia delle comunità venete tra Otto e Novecento producendo cambiamenti e relazioni che tuttora dispiegano i loro effetti. Per questo è doveroso che la Regione impegni una quota, anche se modesta, del proprio bilancio per alimentare la memoria, mantenere vive relazioni tra comunità lontane e mettere a frutto, attraverso scambi e progetti rivolti al domani, quel capitale di conoscenze, esperienze e imprenditorialità che si è creato tra la terra veneta e le tante comunità di origine veneta sparse nei diversi continenti».
LE INIZIATIVEAnnunciando la prossima festa degli emigranti per domenica 28 luglio sulla Piana del Cansiglio, Palazzo Balbi ha quindi deciso di supportare pure i progetti organizzati direttamente nei Paesi esteri: 100.000 euro saranno dedicati a «convegni, seminari, mostre, manifestazioni, celebrazioni, festival e ogni altro evento che abbia come tema l'emigrazione veneta e/o la finalità di conservare e di valorizzare la cultura e l'identità veneta». Ammonteranno invece a 5.000 euro ciascuno i premi per le ricerche storiche nelle scuole superiori e per la migliore tesi di laurea sull'emigrazione, con una duplice finalità: «Non solo perché la memoria di quel momento così importante per la nostra storia, costituito dalla grande migrazione, rimanga vivo nei giovani e li renda consapevoli della forza, della determinazione, del sacrificio che l'hanno caratterizzato, ma anche per comprenderne gli aspetti di ricaduta economica nella nostra regione, come rimesse, e nei Paesi di destinazione, in termini di risultati economici e imprenditoriali». Infine da quest'anno 10.000 euro andranno ai nuovi gemellaggi tra i Comuni nostrani ed esteri che sono stati meta dell'emigrazione veneta.
Angela Pederiva Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino