Veneto Banca, 4 indagati ma due accuse su quattro rischiano la prescrizione

TREVISO - Prima il rimpallo dei faldoni tra procure, poi le difficoltà lamentate dal sostituto procuratore Massimo De Bortoli e legate ai problemi di ricezione telematica...

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TREVISO - Prima il rimpallo dei faldoni tra procure, poi le difficoltà lamentate dal sostituto procuratore Massimo De Bortoli e legate ai problemi di ricezione telematica degli atti da Roma. E un solo pm a portare avanti tre fronti di indagine contando anche quelli sulle truffe e sull'operato delle società di certificazione e revisione. E siamo così arrivati al punto in cui sul procedimento a carico di Consoli, Trinca, Fagiani e Bertolo la spada di Damocle della prescrizione non solo pende, ma punta dritta a decapitare buona dell'inchiesta.


Veneto Banca, chiusa l'inchiesta: indagati Consoli, Trinca, Faggiani e Bertolo /I documenti

Se si arriverà ai rinvii a giudizio, quello a carico degli ex vertici di Veneto Banca è infatti un processo che rischia di perdere i pezzi ancora prima di iniziare. A cominciare dal reato di falso in prospetto. Si tratta di fatti avvenuti nell'estate del 2014, almeno stando a quello che emerge dalle indagini: fu allora che, durante il collocamento azionario coinciso con l'aumento di capitale, i risparmiatori sarebbero stati ingannati con false informazioni sul reale stato finanziario della banca.
 

Ma la prescrizione arriverà prestissimo, già a giugno del prossimo anno. Fatti due conti, mettendo insieme i giorni che trascorreranno tra la chiusura indagini, la richiesta di rinvio a giudizio, la fissazione dell'udienza preliminare e poi la prima udienza dibattimentale, è praticamente certo che ai giudici non resterà che ratificare la prescrizione poco dopo l'avvio del processo.
GARA AD HANDICAPUna gara con partenza a handicap contro lo scorrere della clessidra è pure quella che riguarda l'aggiotaggio. Anche questi sono fatti avvenuti nel 2014 e la ghigliottina della prescrizione calerà il 26 ottobre del 2021. Farcela in poco più di due anni sarebbe una vera impresa, ma di sicuro non si arriverebbe a celebrare tutto il secondo grado.
Diversa la questione che riguarda i capi di imputazione relativi all'ostacolo alla vigilanza. La prima scadenza è a fine 2023, l'altra ad agosto del 2024. C'è insomma tempo per portare a casa una sentenza, che è quello a cui punterebbero le eventuali parti civili che si costituiranno con la speranza di ottenere un risarcimento che, in caso di condanna in primo grado, sarebbe garantito anche se il processo dovesse finire in prescrizione durante l'appello.

«È stato un lavoro molto complesso e ci siamo dovuti arrangiare» è lo sfogo di De Bortoli, che aggiunge: «I tempi che sono occorsi per arrivare alla chiusura delle indagini sono stati dilatati a causa di una serie di problemi di natura tecnico-organizzativa soprattutto per quanto riguarda la trasmissione per via telematica dei faldoni dalla Procura di Roma. Una impasse che alla fine siamo riusciti a risolvere solo grazie all'intervento tecnico da parte di un esperto della Procura di Verona. Purtroppo - sottolinea il pubblico ministero trevigiano - ci siamo dovuti arrangiare con quello che avevamo a disposizione. Devo dire che malgrado le numerose richieste che abbiamo fatto, la nostra Procura non ha ricevuto nessun tipo di supporto. Non ci sono state date e ci sono quindi mancate in particolare quelle risorse aggiuntive, sia in termini di personale che di tecnologia, che avevamo richiesto perché ne avevamo bisogno». 
de.bar. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino