Veneto banca, tocca ai funzionari «Obbligati a piazzare le azioni»

Oltre 4.000 i risparmiatori che hanno perso i risparmi con le azioni Veneto banca
TREVISO - L'indagine della Procura su Veneto Banca è entrata nel vivo. Da qualche settimana il gruppo di lavoro messo a disposizione dalla Guardia di Finanza al...

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TREVISO - L'indagine della Procura su Veneto Banca è entrata nel vivo. Da qualche settimana il gruppo di lavoro messo a disposizione dalla Guardia di Finanza al sostituto procuratore Massimo De Bortoli, titolare dell'inchiesta, ha iniziato a sentire i funzionari della ex popolare. Sono quelli i cui nomi compaiono nelle oltre 4 mila denunce che vanno a comporre il fascicolo in cui il pubblico ministero ipotizza i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e falso in certificazione e che per il momento resta a carico di ignoti.


L'obiettivo degli inquirenti è fare chiarezza sulle modalità di vendita delle azioni piazzate a 40 euro ciascuna e precipitate a zero in poco meno di due anni e verificare, percorrendo dal basso verso l'alto la catena di comando, chi sapeva e cosa di quella operazione risultata una catastrofe per i risparmiatori ma con cui a Veneto Banca fu possibile ricapitalizzare. 

Le domande. «Lei era consapevole che il profilo di rischio di quel cliente non era adatto ad un investimento azionario? Perché a chi ha acquistato azioni di Veneto Banca utilizzando l'intero ammontare del patrimonio liquido non ha applicato le regole sulla concentrazione del rischio e la differenziazione dell'investimento previste da Banca Italia? Corrisponde al vero che solo l'acquisizione di un pacchetto di titoli azionari di Veneto Banca è stata la condizione per confermare affidamenti a imprenditori che diversamente avrebbero potuto vedere ridimensionate le proprie aperture di credito?». Sono alcune delle le domande rivolte ai funzionari, alcuni responsabili dei rapporti con la clientela privata, altri di quelli con le aziende oppure dell'area del private banking, gente che ad un certo punto spinse all'inverosimile per piazzare il maggior numero possibile di azioni dell'istituto di credito montebellunese. 

L'obiettivo è cercare un riscontro ai racconti contenuti nelle oltre 4 mila denunce di risparmiatori .ritrovatisi in pugno di mosche in mano dopo che era stato detto loro che quell'investimento era redditizio e soprattutto sicuro, hanno sporto denuncia per truffa e estorsione. «Ci hanno detto di vendere perché era una operazione grazie a cui la situazione della banca si sarebbe normalizzata», sarebbe la versione dei funzionari, nomi e cognomi....
 

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Il Gazzettino