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TREVISO - Potrebbe fare giurisprudenza, e così aiutare numerosi risparmiatori e azionisti dell’ex Veneto Banca, la sentenza emessa nei giorni scorsi dal tribunale di Treviso, sentenza che ha dichiarato nullo un mutuo “baciato”, cioè direttamente collegato all’acquisto di azioni della stessa banca, sottoscritto 13 anni fa dal titolare di una struttura alberghiera dell’Asolano con ormai l’ex istituto di credito, poi assorbito da Intesa San Paolo. I giudici hanno stabilito che nemmeno Intesa San Paolo può chiedere il pagamento delle rate. La sentenza, depositata il 3 ottobre, arriva dopo due anni di battaglia legale mossa dall’albergatore, assistito dall’avvocato Nicola Vascellari con studio a Vittorio Veneto, contro Veneto Banca ed Intesa San Paolo che in sede di dibattimento avevano invece sostenuto la validità di quel mutuo e la sua regolamentare cessione dall’ex istituto di Montebelluna a quello acquirente. Difese che però state ritenute infondate dai giudici.
LA STORIA
Risale al 2009 la sottoscrizione tra la struttura alberghiera e Veneto Banca di un regolare finanziamento milionario a lungo termine.
GLI SVILUPPI
Due anni dopo, ecco la sentenza che ha dato ragione all’azionista: il mutuo “baciato” è nullo perché viola il divieto di accordare prestiti per l’acquisto o la sottoscrizione delle proprie azioni. Inoltre, poiché la riscossione delle rate si basa su un contratto nullo, Intesa non poteva chiederne il pagamento. La banca è stata così condannata alla restituzione di tutte le somme incassate e i giudici hanno accertato che l’albergo non dove più nulla ad Intesa, compresi quei 200mila euro di capitale finanziato.
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Il Gazzettino