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TREVISO/PORDENONE - Quattro diamanti, un investimento che un ottantenne di Fontanafredda (Pordenone) nel 2018 aveva deciso di far fruttare convinto di ricavare 220mila euro. Si è invece ritrovato a presentare un esposto-querela puntando il dito contro l’intermediaria a cui si era affidato per la vendita dei preziosi. Il direttore della sua banca lo aveva messo in contatto con Monica Bernini, di Asolo, figlia dell’ex ministro dei Trasporti e già presidente della Regione Veneto, scomparso nel 2011. La donna all’epoca operava nel settore e in concorso col fratello Ludovico Bernini, di Castelcucco, è stata rinviata a giudizio per l’ipotesi di truffa aggravata (lui in alternativa la ricettazione) e autoriciclaggio. Il gup del tribunale di Pordenone Monica Biasutti ha ritenuto che la vicenda dovesse essere approfondita al dibattimento, nonostante un accordo tra le parti abbia convinto l’anziano a ritirare la querela e, dopo aver ottenuto un risarcimento, a non costituirsi parte civile.
I FATTI
L’anziano cliente aveva spiegato di aver consegnato i diamanti a Monica Bernini affinchè li vendesse.
VICENDA CIVILISTICA
«È una vicenda civilistica», precisa l’avvocato Giorgio Castellani, che difende la Bernini assieme a Gabriele Berti (Davide Druda per il fratello). «L’anziano - continua - si è spaventato perchè c’era un ritardo nel pagamento. Era convinto che valessero 220mila euro, ma la casa d’aste Bolaffi glieli aveva messi in vendita per 170mila senza risultato». Anche se l’anziano una volta risarcito ha ritirato la querela, il procedimento è andato avanti d’ufficio. «Contiamo di dimostrare che le accuse sono infondate e prive di fonti di prova», ha concluso Castellani. A settembre la prima udienza davanti al collegio presieduto dal giudice Alberto Rossi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino