Avances del vedovo alla fioraia sottocasa, l’80enne dovrà risarcirla con 800 euro

Nel mirino dell'anziano, la fioraia sotto casa
VENEZIA - Dopo la morte della moglie ha continuato a recarsi nel negozio sotto casa ad acquistare fiori, fino a quando la titolare dell’esercizio commerciale, una donna di...

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VENEZIA - Dopo la morte della moglie ha continuato a recarsi nel negozio sotto casa ad acquistare fiori, fino a quando la titolare dell’esercizio commerciale, una donna di 48 anni, sentendosi importunata, lo ha denunciato per stalking. 


Un ottantenne veneziano è stato condannato ieri a otto mesi di reclusione per gli atti persecutori di cui è stata vittima la fioraia, alla quale il giudice Roberta Marchiori ha accordato un risarcimento di 800 euro per i danni sofferti; somma che l’anziano dovrà versarle.

La sentenza è stata emessa nel pomeriggio di ieri, a conclusione di un processo celebrato al palazzo di giustizia di Venezia, a piazzale Roma. La sostituto procuratore Daniela Moroni in chiusura della sua requisitoria aveva chiesto la condanna dell’ottantenne proprio ad otto mesi di reclusione.
La vicenda risale a qualche anno fa, ed è stato denunciato dalla stessa fioraia, la quale riferì che l’uomo si recava nel suo negozio anche cinque volte al giorno, mal vestito, talvolta senza lavarti, e che in più di un’occasione l’aveva importunata: toccandola, toccandosi i genitali e insistendo oltre misura con le sue avances.

RINVIO A GIUDIZIO
Le accuse di stalking e molestie sono state confermate dalla sorella della fiorista e così la Procura, nel 2017, a conclusione delle indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo. Il legale del vedovo, l’avvocato Emanuele Compagno, in un’appassionata arringa difensiva, ha cercato di smontare il quadro accusatorio sostenendo che i fatti contestati non configurano il reato di stalking.

«Il mio assistito è una persona molto fragile psicologicamente e anche fisicamente spiega il difensore - Compra fiori per la moglie defunta, quasi sempre rose, anche 5 volte in un giorno, nel negozio sotto casa sua, per poi metterli nel soggiorno di casa, davanti alla fotografia dell’amata moglie scomparsa». 

Il legale si è battuto per dimostrare che l’anziano non aveva l’intenzione di perseguitare la fiorista e soprattutto che, malfermo sulle gambe com’è, e com’era all’epoca dei fatti, non poteva rappresentare per lei alcun pericolo. «Era alla ricerca solo di attenzioni e affetto e andava aiutato a superare quel suo periodo difficile. Presenterò appello contro una sentenza che ritengo profondamente ingiusta».

 

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Il Gazzettino