PADOVA - Una pagina buia nella storia della sanità nostrana, una ferita che sanguina ancora quella inferta dalle valvole Tri Technology, prodotte a Belo Horizonte e...
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«Troppo poco - lamenta a caldo Margherita Sambin, vedova di Antonio Benvegnù di Albignasego, cui appunto sono stati destinati 121mila euro -, io e mia figlia non riusciamo a stare dentro con i conti, a fronte di un risarcimento iniziale di circa 200mila euro, poi chiesti indietro, cui bisogna aggiungere le spese legali da noi sostenute. Peraltro dell'avvenuta ripartizione non ci ha avvisato nessuno, né la Regione né il nostro avvocato». Le valutazioni della commissione tecnica regionale, argomenta dal canto suo Lanzarin, «hanno consentito di individuare i destinatari e di ripartire il contributo regionale secondo criteri omogenei, riconoscendo una priorità a quei nuclei familiari che hanno perso il capofamiglia. Ricordo che quello regionale è un intervento di natura sociale, a titolo di equo indennizzo, verso famiglie a cui il corso giudiziario della vicenda ha revocato, a distanza di anni, le somme inizialmente corrisposte dall'Azienda ospedaliera di Padova, in via provvisionale, a titolo di risarcimento. Quel risarcimento non era dovuto hanno stabilito le sentenze della magistratura perché né l'Azienda né i suoi medici erano a conoscenza e quindi non potevano essere considerati responsabili del malfunzionamento di valvole di cui allora non si conoscevano i difetti di fabbricazione».
La proposta di assegnazione del fondo passa ora al vaglio della quinta commissione del Consiglio regionale, che valuterà criteri, modalità ed effetti del provvedimento.
Federica Cappellato Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino