Scarica di sassi sulla 251, le pietre sfiorano le auto: «Siamo stati fortunati...»

Scarica di sassi sulla 251, le pietre sfiorano le auto
VAL DI ZOLDO (BELLUNO) - Continua la via crucis sulla strada 251 della Val di Zoldo e della Val Cellina. L'incidente avvenuto domenica verso le 11, con una scarica di sassi...

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VAL DI ZOLDO (BELLUNO) - Continua la via crucis sulla strada 251 della Val di Zoldo e della Val Cellina. L'incidente avvenuto domenica verso le 11, con una scarica di sassi che ha rischiato di centrare alcune delle tante auto in transito, bloccando il traffico, riporta a galla le tensioni su una condizione viaria oggettivamente pericolosa e sulla quale il sindaco Camillo De Pellegrin si sta spendendo ormai da anni. «Siamo stati fortunati commenta il giorno dopo il primo cittadino perché poteva accadere ben di peggio. E non solo perché il masso caduto non ha incrociato nessun mezzo, visto che a quell'ora un po' di traffico c'è sempre, vista la stagione, anche traffico turistico; ma anche perché gli stessi automobilisti hanno sostato fin troppo in zona, forse senza rendersi conto che sarebbe potuto cadere anche dell'altro materiale».


LAVORI MANCATI
Una fortuna che forse sarebbe stato anche possibile evitare di sfidare: «Se in quella zona fossero state installate le reti paramassi, di certo esse avrebbero fermato il masso caduto, perché sono in grado di farlo. Il problema prosegue - non è stato tanto togliere il sasso, che le persone hanno provveduto a fare da sole, ma piuttosto capire quanto il versante della montagna sia stabile o, al contrario, instabile. E quindi mettersi nelle condizioni di garantire il massimo della sicurezza». Sul posto, già domenica, era intervenuta Veneto Strade, al fine di verificare la possibilità di altri distacchi. Le cause non sono ancora chiare. Forse lavori boschivi sulla montagna, ma al momento non c'è alcuna conferma.


IL DISTACCO
Ecco i fatti. Mancavano pochi minuti alle 11 e alcuni automobilisti che da Longarone procedevano verso la valle, poche curve prima dell'abitato di Soffranco, quindi in Comune di Longarone, si sono trovati davanti un masso. Hanno quindi dovuto fermare le proprie autovetture provvedendo quindi a spostare verso il ciglio della strada quanto era caduto. Poi hanno informato il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin, che a sua volta ha allertato Veneto Strade che è subito intervenuta ripulendo la sede stradale e consentendo il libero transito delle automobili.


DOPPIO SOPRALLUOGO
«Nostro personale fra cui anche un geologo sono sul posto in questo momento riferiva ieri Silvano Vernizzi, direttore generale di Veneto Strade con l'obiettivo di verificare quale siano la situazione e la stabilità del versante. Da nostri informatori sul posto, sembrerebbe che in alto, sulla montagna, fossero o fossero stati in corso dei lavori boschivi, cioè persone che stavano tagliando la legna; ma è una notizia di cui al momento non siamo stati in grado di trovare riscontri. Quel che è certo che entro le prossime due settimane sistemeremo in quel tratto di strada dei paraschegge, per contenere il ripetersi di altri eventi del genere».


PERICOLI ANCHE SULLA 203
Ma quanto accaduto domenica, per Vernizzi, è anche l'occasione per una riflessione più generale: «Non solo la 251, ma anche la 203 Agordina non sono in situazioni ottimali: in entrambe le zone pesa molto quanto provocato da Vaia. Stiamo intervenendo continuamente, ma ci vorranno anni per tornare alal condizioni pre-Vaia».


IL DISBOSCAMENTO
Pesano cioè l'impoverimento e il disboscamento forzato della montagna che quindi svolge sempre meno il ruolo di barriera e filtro. Ma il direttore generale di Veneto Strade aggiunge: «Per la strada che congiunge la Val di Zoldo con Longarone vi è poi un secondo elemento che incide sulla stabilità del versante, e sono i due incendi che si sono sviluppati nel corso della primavera del 2021 ed hanno provato ulteriormente fiaccato la zona».


IL MASSO CHE INCOMBE


Una strada, va ricordato, sulla quale incombe ancora il masso di 800 metri cubi che al momento è in sicurezza e continuamente monitorato, ma che dovrà essere fatto brillare: «Lo faremo cercando do chiudere la strada il numero di giorni - chiude Vernizzi ma non sappiamo ancora quando ci saranno le condizioni per farlo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino